Popeye, sicario narcos esce dal carcere dopo 25 anni: “Ho ucciso 300 persone”
Pubblicato il 27 Settembre 2013 - 13:26 OLTRE 6 MESI FA
ROMA – “Ho ucciso 300 persone e non sono pentito“. Il sicario dei narcos, Jhon Jairo Velasquez Vasquez alias “Popeye”, lo confessa poco prima di uscire di galera. Dopo 25 anni passati in carcere e una vita passata al servizio di Pablo Escobar, il capo del cartello di Medellin, Popeye torna in libertà e in un’intervista a Semana racconta il suo passato da sicario.
Luciano Gulli racconta su Il Giornale:
“Per sottolineare la forza esplosiva e il furore omicida che poteva prorompere da quel corpiciattolo anche di fronte alla più vaga provocazione. Ma che nella sua carriera avesse partecipato e coordinato circa tremila omicidi, e che avesse ammazzato con le sue mani -cioè: personalmente-300 persone: questo forse lo aveva raccontato, prima d’ora, solo a certi suoi compagni di prigionia”.
Il sicario dei narcos parla poi di Escobar,e lo definisce “un genio”:
“«un genio, forse del male, ma un genio. Per esempio: se cercavi di fregarlo, di raccontargli una bugia, se ne accorgeva all’istante, e rischiavi di pagare con la vita»”.
Per “Popeye”, Escobar
“era un leader, un grande organizzatore e un grande sequestratore”.
Nessuna parola di pentimento da parte del sicario, solo una riflessione:
“Scontato il carcere, Vasques dice di voler«insegnare ai giovani colombiani che non c’è alcuna ragione per vendere la propria vita per una Mercedes o per le donne, come ho fatto invece io». Parole di pentimento, zero. Solo questa acuta riflessione, maturata in 25 anni di meditazioni, per così dire. L’unica cosa che non si capisce, di questa storia, è perché rimettere in circolazione un tipo che avrebbe figurato meglio a far la calza per sempre in un manicomio criminale”.