Il progetto bomba-Tsunami, pensato dai militari Usa durante II Guerra Mondiale

Pubblicato il 3 Gennaio 2013 - 19:39 OLTRE 6 MESI FA
Il progetto bomba-Tsunami, pensato dai militari Usa durante II Guerra Mondiale

TOKYO – Altro che bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki: l’asso nella manica degli Stati Uniti era una “bomba-tsunami” in grado di produrre un’onda anomala che inondasse tutte le città costiere nemiche. I test furono effettuati da Usa e Nuova Zelanda, in gran segreto, nelle acque circostanti la Nuova Caledonia e Auckland. A scoprirlo è stato un ricercatore e regista neozelandese, Ray Waru, che ha esaminato i documenti militari sepolti negli archivi nazionali.

Secondo quelle carte, i test dimostrarono che una serie di 10 grandi esplosioni in mare avrebbero dato origine a uno tsunami alto 10 metri in grado di inghiottire un’intera città. Circa 3700 bombe furono esplose durante gli esperimenti archiviati sotto il nome in codice Progetto Seal, dapprima in Nuova Caledonia e poi nella penisola di Whangaparaoa vicino a Auckland.

“Presumibilmente – spiega Waru – se la bomba atomica non avesse funzionato, avrebbero tsunamizzato le popolazioni costiere”. Il progetto fu lanciato nel giugno 1944, dopo che un ufficiale navale USA, E.A. Gibson, notò che le operazioni di brillamento per eliminare le barriere coralline intorno a isole del Pacifico producevano talvolta una grande onda, facendogli balenare in testa l’idea di creare una “bomba tsunami”.

Il progetto fu poi accantonato all’inizio del 1945, sebbene le autorità della Nuova Zelanda abbiano continuato a produrre relazioni sulle sperimentazioni fino agli anni cinquanta. Gli esperti avevano concluso che le singole esplosioni non erano abbastanza potenti mentre una bomba tsunami ben riuscita avrebbe richiesto circa 2 milioni di chilogrammi di esplosivo disposti in linea a circa cinque miglia dalla costa.

Nel suo nuovo libro, Segreti e Tesori, Waru rivela altre insolite scoperte provenienti dagli archivi, comprese le registrazioni del Dipartimento della Difesa su migliaia di avvistamenti di oggetti volanti non identificati da parte di cittadini, personale militare e piloti commerciali. Ma non è escluso che si tratti di altri esperimenti condotti dagli Stati Uniti nell’arcipelago australe fino all’inizio degli anni ’80. In quel periodo si ruppe l’amicizia tra Washington e Wellington a causa di un divieto del governo neozelandese all’ingresso nelle loro acque territoriali di navi militari americane armate con testate nucleari.