Qatar, stadi mondiali: la strage degli schiavi neri. The Guardian denuncia: 6750 morti. E’ il numero di lavoratori provenienti da India, Pakistan, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka deceduti in Qatar dal 2011. E cioè da quando il Paese ha ottenuto la possibilità di ospitare la Coppa del Mondo che si terrà nel 2022.
Si tratta di una media di 12 decessi a settimana. Lo rivela il Guardian, insieme alla fondazione Humanity United, citando fonti governative.
Qatar, stadi mondiali: la strage degli schiavi neri
In realtà i dati forniti dal Comitato organizzatore di Qatar 2022 dicono che sono solo 37 i morti tra i lavoratori direttamente legati alla costruzione degli stadi della Coppa del Mondo. E di questi ben 34 sono morti in incidenti “non legati al lavoro”.
Ma i decessi di migranti lavoratori morti nel Paese nell’ultimo decennio sono ben maggiori. 2.711 quelli dall’India, 1.018 dal Bangladesh, 1.641 da Nepal e 557 dallo Sri Lanka.
Cifre che attestano nello specifico 5.927 lavoratori migranti morti nel periodo 2011-2020. A questi si aggiungono quelli forniti dall’ambasciata del Pakistan in Qatar che ha comunicato il decesso di 824 concittadini.
Lavoratori da India, Pakistan, Nepal, Kenya…
E non basta perché il numero complessivo potrebbe essere in realtà molto più alto visto che molti lavoratori provengono da Paesi come Kenya e Filippine di cui non si conoscono i dati. In più non sono disponibili neanche i numeri relativi agli ultimi mesi del 2020.
Già nel 2013, a due anni dall’inizio dei lavori, una stima sempre del Guardian che citava l’International Trade Union Congress, attestava la morte di 1200 lavoratori asiatici, soprattutto impiegati come operai edili.
Il Qatar, in vista del grande evento calcistico, sta procedendo alla costruzione di sette stadi e di altre grandi infrastrutture. Strade, sistemi di trasporto pubblico, alberghi, un aeroporto e persino una città artificiale, Lusail, che ospiterà 250mila abitanti e sarà la sede della manifestazione.
Il 70% dei decessi attribuiti a morte naturale
Nick McGeehan, direttore di FairSquare Projects, realtà che si occupa di difendere i diritti dei lavoratori nel Golfo, sottolinea l’assenza di informazioni puntuali e attendibili.
I registri dei decessi in Qatar non forniscono dettagli relativi all’occupazione o al luogo di lavoro. Ma è probabile che molti di essi riguardino persone impiegate nello sviluppo di questo futuristico e monumentale progetto.
Secondo i documenti recuperati dal Guardian il 69% di questi decessi sono avvenuti semplicemente per “morte naturale”. Spesso attribuita a insufficienza cardiaca o crisi respiratoria acuta. Una cifra che sale all’80% tra gli indiani. Conclusioni che vengono ratificate quasi sempre senza fare autopsie o ulteriori approfondimenti.
Tra le cause di morte nel 2020 non c’è il Covid
Hiba Zayadin, ricercatrice per Human Rights Watch, ha sottolineato come il Qatar continui a “procrastinare” le risposte “su questa questione urgente” aggiungendo di aver chiesto a Doha “di emendare la sua legge sulle autopsie” per favorire “indagini su tutte le morti improvvise o inspiegabili”. Tra le altre cause ci sono gli incidenti stradali (12%), gli incidenti domestici (7%) e i suicidi (7%).
In questa lista non compare il Covid 19 che, in Qatar, ha avuto un impatto minimo rispetto ad altre aree del mondo con poco più di 160mila casi e 257 morti dall’inizio della pandemia, secondo i dati della John Hopkins University.
Il 90% della forza lavoro rappresentata da stranieri
Fra le violazioni riportate nell’inchiesta del Guardian vi erano anche mancato pagamento dello stipendio, ritiro del passaporto, l’essere costretti a lavorare in cantiere con temperature superiori ai 45 gradi e negato accesso ad acqua potabile.
Il Qatar ha una popolazione complessiva di 1.900.000 abitanti di cui circa il 20% di origine nepalese. Oltre il 90% della forza lavoro in Qatar è rappresentata da stranieri.
Il Governo del Qatar: “Dati falsi e esagerati”
Il governo del Qatar rigetta le accuse sostenendo che il numero di morti è proporzionato alla dimensione della forza lavoro migrante del Paese. Doha sottolinea inoltre che sono stati conteggiati anche i decessi di immigrati che vivono da molti anni nel Paese.
I dati e le informazioni riportate nell’inchiesta pubblicata dal giornale britannico The Guardian, sullo sfruttamento dei lavoratori stranieri in Qatar sono falsi ed esagerati. Lo ha dichiarato Ali bin Samikh Al Marri, presidente del Comitato nazionale del Qatar per i diritti umani, durante una conferenza stampa a Doha.
“Non vi è schiavitù o lavoro forzato in Qatar. Le informazioni riportate dal Guardian sono false e i numeri citati sono esagerati” ha dichiarato Al Marri, aggiungendo che vi sono stati dei problemi, ma che il governo sta facendo il possibile per risolverli.