Qual è stato il ruolo del Mossad nella lotta contro il Covid-19 in Israele

di Caterina Galloni
Pubblicato il 29 Maggio 2020 - 06:26| Aggiornato il 8 Giugno 2020 OLTRE 6 MESI FA
Qual è stato il ruolo del Mossad nella lotta contro il Covid-19 in Israele

Qual è stato il ruolo del Mossad nella lotta contro il Covid-19 in Israele (foto ANSA)

ROMA – Coronavirus e servizi segreti. Il Mossad, servizio segreto di spionaggio dello Stato di Israele, e Shin Bet, il controspionaggio interno, hanno avuto un ruolo decisivo nelle fasi iniziali della lotta al Covid-19.

Ora che la fase di emergenza sembra passata, c’è stato il passaggio delle consegne al ministero della Salute. Con una cerimonia pubblica, riportata dai giornali.

Riferisce Y net news, nell’ambito della battaglia mondiale sull’offerta, scoppiata a seguito dell’epidemia di Covid-19, per ottenere le forniture mediche salvavita, il capo del Mossad Yossi Cohen è stato costretto a utilizzare i contatti personali con varie nazioni di tutto il mondo, compresi paesi che non hanno legami diplomatici con Israele.

Secondo i media, alcune delle forniture sono arrivate in anonimo da paesi del Golfo Persico.

Ultimamente, il comando del Mossad ha avviato il trasferimento delle forniture al Ministero della Sanità, nel caso una seconda ondata di coronavirus colpisca il paese.  

Secondo il rapporto, la quantità di macchinari e forniture mediche ottenute dall’inizio dell’epidemia comprende 2,5 milioni di occhiali protettivi, altri 5,5 milioni in arrivo.

Circa 80 milioni di mascherine chirurgiche, altri 142 milioni in arrivo; 1,3 milioni di mascherine di tipo N-95, altri 14 milioni in arrivo.

Oltre 30 tonnellate di disinfettanti, 180 milioni di guanti elasticizzati e almeno 1.300 respiratori, con altri 4.700 che dovrebbero arrivare tra giugno e ottobre.

A luglio verranno forniti al Ministero della salute altri 3.500 ventilatori di fabbricazione israeliana.

In totale, gli ospedali israeliani entro ottobre dovrebbero ricevere quasi 10.000 respiratori.

Il rapporto inoltre menziona quattro milioni di giubbotti di protezione e oltre due milioni di kit per il test coronavirus, molti dei quali arrivati dalla Cina e dalla Corea del Sud.

La consegna di 47 diversi tipi di farmaci, inclusi anestetici e insulina.

Aggiunge il Jerusalem Post che la lista completa delle forniture mediche, tra cui circa 80 milioni di mascherine chirurgiche, “inseguita” dal Mossad e portata in Israele durante la pandemia, è stata rivelata martedì dal sito Web ebraico Ynet.

Le informazioni sulle forniture garantite dal Mossad a Israele sono arrivate lo stesso giorno in cui Cohen, il capo dello staff dell’IDF Aviv Kochavi, il direttore generale del Ministero della Salute uscente Moshe Bar Siman Tov e altri alti funzionari, hanno partecipato a una cerimonia che segna la fine del coinvolgimento dell’IDF con il National Coronavirus Control Center presso lo Sheba Medical Center.

Nel corso della cerimonia, Cohen ha affermato che nonostante lui e i suoi agenti non abbiano “alcuna competenza medica”, hanno ugualmente portato “lo spirito del Mossad” nelle azioni quotidiane intraprese per frenare la minaccia del coronavirus.

Knesset Intelligence Subcommittee ha esteso per altre tre settimane il monitoraggio da parte di Shin Bet, agenzia di intelligence per gli affari interni dello stato di Israele, dei cittadini positivi, mentre il governo sta per approvare una nuova legge mirata a regolamentare la materia.

Knesset Intelligence Subcommittee ha esteso la soveglianza per un periodo limitato, cercando così di motivare il governo a presentare una proposta di legge ed evitare una fase di stallo.  

A difesa del programma c’è  la statistica secondo cui circa un terzo delle oltre 16.000 persone positive sono state rintracciate proprio grazie a Shin Bet.

Una delle principali critiche è che il 93% delle persone rintracciate da Shin Bet, è stata sottoposta a isolamento ma risultate negative e solo il 7% è risultato positivo.