I ribelli accusano Gheddafi: “Era pronta ad attaccare Roma”

Pubblicato il 2 Giugno 2011 - 12:15 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Gheddafi aveva dichiarato guerra all’Italia e la sua strategia prevedeva una prima fase: l’occupazione della sua (ex) ambasciata a Roma passata con i rivoltosi. Non è soltanto una ipotesi perché le nostre forze di sicurezza e le indagini della Procura di Perugia hanno sventato il blitz, e arrestato due gheddafiani, Seleh Khalifa Omran Khalifa e Abdel Hadey Salem Adel.

Come racconta  La Stampa, da quando è iniziata la rivolta in Libia e da quando la Nato è entrata in azione per far rispettare la risoluzione 1973 delle Nazioni Unite, è la prima offensiva all’estero del Colonnello di cui si ha notizia. Offensiva sventata dalle forze di polizia e dalla magistratura di un Paese della coalizione. Domenica notte un gruppo di lealisti doveva occupare l’ambasciata di via Nomentana, a Roma.

Ma il blitz è stato sventato in anticipo, con due arresti e una decina di indagati. L’ inchiesta ha ricostruito l’attività di un gruppo di fedelissimi del regime arrivato a Perugia a metà febbraio, in contemporanea con l’inizio della guerra civile in Libia.

Sin dalle prime ore della rivolta, i fedelissimi del regime hanno iniziato a minacciare e aggredire gli studenti libici che avevano organizzato manifestazioni a sostegno della rivolta. Minacce di morte e atteggiamenti da agenti dei servizi segreti, fotografie e filmati dei manifestanti anti Gheddafi e avvertimenti contro i familiari degli oppositori che vivono in Libia.