Petraeus, D’Agostino: “Un dossier sessuale e Obama se ne è liberato”

Pubblicato il 12 Novembre 2012 - 09:10 OLTRE 6 MESI FA
Roberto D’Agostino

ROMA – Per liberarsi del generale Petraeus, Obama e i suoi hanno impiegato 48 ore. E’ il ragionamento di Roberto D’Agostino, fondatore del sito Dagospia, esperto di gossip e politica. E nella vicenda del capo della Cia dimesso per una storia di amanti secondo D’Agostino la fa da padrone quella vecchia abitudine della politica di affossare un avversario con dossier prudentemente tenuti nel cassetto.

Petraeus sconta un non buon rapporto con l’amministrazione Obama ma soprattutto viene accusato di non aver saputo gestire l’attacco al consolato di Bengasi in Libia dell’11 settembre scorso in cui venne ucciso l’ambasciatore Stevens. Un fatto che potenzialmente poteva pregiudicare la rielezione di Obama.

“Se qualcuno si dimette all’improvviso – è il ragionamento di D’Agostino intervistato dal Fatto Quotidiano – è spesso questione di cassetti. Si aprono, si prende ciò che serve ed ecco il dossier latente pronto ad entrare in scena(…) Petraeus non è un missionario comboniano. E’ un signore che ha preso l’Iraq e se l’è portato a casa. Un soldato nell’orbita repubblicana, uno di quei militari non esattamente ‘democrat’. I rapporti tra l’amministrazione Usa e la Cia non sono mai stati troppo buoni, ma il caos di Bengasi, la città che ospitava nel Consolato l’avamposto dell’intelligence, lo stesso luogo dove viene ucciso e poi scempiato il cadavere dell’ambasciatore Stevens, non era tollerabile”.