Russia, Aeroflot condannata: discrimina le hostess sovrappeso

di redazione Blitz
Pubblicato il 8 Settembre 2017 - 11:43 OLTRE 6 MESI FA
Russia, Aeroflot condannata: discrimina le hostess sovrappeso

Russia, Aeroflot condannata: discrimina le hostess sovrappeso

MOSCA – Condannata la compagnia aerea russa Aeroflot: discrimina le hostess sovrappeso. La aviolinea era stata chiamata in causa da Evgenya Magurina, assistente di volo di 41 anni, che si era vista rifiutare i voli internazionali (quelli più remunerativi) perché non rispettava certi parametri estetici.

 

“Ci hanno fotografate tutte e ci hanno preso le misure, alcune di noi sono state addirittura pesate”, aveva denunciato Magurina al tempo del primo ricorso “Ci hanno lasciato solo i voli interni, notturni e quelli di mattina presto”.

Aeroflot, nelle sue linee guida, aveva infatti disposto come preferenze “nell’assunzione e nell’impiego” di hostess e steward la necessità di poter indossare divise comprese tra “42-48” per le donne e “46-54” per gli uomini.

Le hostess discriminate si sono così riunite nell’autoproclamato movimento STS (dalle iniziali in russo di “anziane, cicciottelle e brutte”) e hanno presentato ricorso. La compagnia di bandiera si era difesa motivando le sue scelte con ragioni di servizio: gli assistenti di volo devono potersi muovere con agio nei corridoi, non urtare i passeggeri e, per quanto possibile, essere di bell’aspetto poiché è questo che desiderano i clienti.

In più vi sono ragioni economiche: stando ai calcoli della compagnia ogni chilo aggiuntivo rispetto alla forma ‘ideale’ stabilita dall’aviolinea costerebbe infatti all’azienda circa 10 euro all’anno di carburante. Da qui la necessità di mantenere la figura, pena una decurtazione nello stipendio.

La corte d’appello ha però dato ragione a Magurina: tali linee guida ledono i diritti “costituzionali” oltre che le norme “del codice del lavoro”. E così ha ordinato ad Aeroflot di pagare i “danni morali e materiali” alla sua hostess, benché in forma molto ridotta rispetto alla richiesta.

“Non abbiamo fatto causa per i soldi, ma per veder riconosciuto un principio, e in questo senso è senz’altro una vittoria: non si possono trattare così le persone”, ha detto il legale Ksenia Michaylichenko.

Una sentenza analoga è stata emessa anche nel caso di un’altra hostess STS, Irina Ierusalimskaia, anch’esso bocciato in primo grado. La strada ora pare ormai tracciata: Aeroflot dovrà rivedere – o perlomeno moderare – la sua politica di favorire hostess giovani e snelle nell’assunzione e nell’impiego.