Russia, storico e attivista anti-Stalin sottoposto a test psichiatrici forzati

di redazione Blitz
Pubblicato il 11 Gennaio 2018 - 06:30 OLTRE 6 MESI FA
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Russia, storico e attivista anti-Stalin sottoposto a test psichiatrici forzati (Dmitriev con la polizia)

MOSCA –  Yuri Dmitriev, lo storico e attivista russo che ha denunciato i crimini commessi da Stalin, irritando i funzionari statali, sarà sottoposto a test psichiatrici forzati e il timore è che venga dichiarato falsamente pazzo, secondo quando sostenuto dal suo avvocato.

Dmitriev, 61 anni, è sotto processo nella Russia nord-occidentale con le accuse di aver coinvolto la figlia adottiva undicenne nella pedopornografia, di possedere illegalmente gli “elementi principali” di un’arma da fuoco e di depravazione nei confronti di un minore.

Alcune noti personaggi culturali russi, scrive il Daily Mail, sostengono che Dmitriev è stato incastrato perché focalizzava l’attenzione sui crimini di Stalin: ha scoperto una fossa comune con circa 9.000 corpi risalenti al Grande Terrore del dittatore sovietico negli anni ’30.

La storia ha un’importanza ulteriore in vista delle elezioni presidenziali di marzo e i sondaggi mostrano che Vladimir Putin, che usa la vittoria di Stalin nella seconda guerra mondiale per rafforzare l’orgoglio nazionale, è sulla buona strada per vincere. Lo scorso anno Putin ha affermato che una “eccessiva demonizzazione di Stalin” è stata usata per indebolire la Russia.

Dmitriev rischia fino a 15 anni di carcere se condannato per le accuse che peraltro nega. In una precedente valutazione psichiatrica era stato dichiarato mentalmente sano e un gruppo di esperti autorizzato dal tribunale non rilevò contenuti pornografici nelle nove fotografie della figlia al centro del caso contro lo storico e attivista, ribaltando le precedenti scoperte di altri esperti incaricati dai pubblici ministeri.

Ma il 27 dicembre c’è stata una svolta inaspettata, la corte ha ordinato che le foto fossero riesaminate, per la terza volta, dagli esperti. Ha inoltre accolto la richiesta dell’accusa, ossia che Dmitriev si sottoponga a test psichiatrici forzati per determinare se sia “sessualmente deviato”. Tuttavia, la corte ha rifiutato la richiesta di estendere la detenzione oltre il 28 gennaio.

L’avvocato di Dmitriev, Viktor Anufriev, ha detto alla Reuters di aver scritto alla corte suprema della Carelia, la regione in cui il suo cliente è stato processo, per presentare ricorso contro l’ordine del tribunale. “Ha già superato un test psichiatrico. Le conclusioni andavano bene, non è stata trovata nessuna prova di deviazione e i risultati non sono stati contestati dai pubblici ministeri”, ha detto Anufriev e aggiunto che “questo ultimo test è stato ordinato illegalmente”.

Dmitriev era volato a Mosca alla fine dello scorso anno per essere valutato in una clinica psichiatrica, il Serbsky Center, tristemente noto ai tempi dell’Unione Sovietica per aver fornito false testimonianze così da permettere alle autorità di bloccare i dissidenti nelle strutture psichiatriche.

Anufriev spera che la valutazione, che potrebbe durare anche un mese, sia obiettiva ma è preoccupato che i funzionari della sicurezza statale della Carelia, non ha specificato quali, facciano pressioni sui medici.

Lo scorso anno la televisione di stato aveva parlato di Dmitriev e di Memorial, l’organizzazione per la quale lavorava, lamentando che il denaro straniero veniva usato per fornire una versione distorta ed eccessivamente negativa della storia russa.

Il Cremlino ha detto di non essere coinvolto in casi come quello di Dmitriev, mentre il Comitato Investigativo della Carelia, i cui investigatori hanno presentato il caso per l’accusa, non ha risposto alle domande della Reuters sull’eventuale presenza di un lato politico del processo. Hanno detto solo che c’erano prove sufficienti per aprire un procedimento penale.

Anufriev al riguardo ha sostenuto: “Se non riescono a condannarlo per la pedopornografia, dichiareranno che è pazzo. È una procedura puramente sovietica. Lanciano accuse e poi finisce che rinchiudono una persona in una struttura psichiatrica”.