Russia-Ucraina, accordo su 6 corridoi umanitari al giorno. Ma Putin non molla sul Donbass sovrano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Marzo 2022 - 12:54 OLTRE 6 MESI FA
Russia-Ucraina, accordo su 6 corridoi umanitari al giorno. Ma Putin non molla sul Donbass sovrano

Russia-Ucraina, accordo su 6 corridoi umanitari al giorno. Ma Putin non molla sul Donbass sovrano (foto Ansa)

Russia e Ucraina, dopo diversi round di trattative, hanno raggiunto una intesa su sei corridoi umanitari al giorno. Ma Putin continua ad insistere sul Donbass sovrano. 

Il quattordicesimo giorno di guerra si apre con la speranza per la tenuta di nuovi corridoi umanitari aperti in Ucraina per permettere a quanta più popolazione possibile di mettersi in salvo, pur nella diffidenza di Kiev.

Alla vigilia di un vertice considerato chiave – domani ad Antalya in Turchia si vedranno i ministri degli Esteri di Ucraina e Russia – sul fronte diplomatico irrompono le dichiarazioni di Mosca che da un lato ventila risposte “mirate” allo stop Usa all’import di petrolio russo e dall’altro parla di “alcuni progressi” nei negoziati ma insiste sulla linea dell'”operazione militare” per “smilitarizzare e denazificare l’Ucraina”.

A ciò si aggiungono posizioni non proprio distensive di Pechino, mentre l’Ue annuncia sanzioni più dure su Mosca e Minsk, su dirigenti e oligarchi. Zelensky chiede il supporto dei Mig-29 offerti dal governo polacco.

Ma per il Cremlino questo configurerebbe “uno scenario pericoloso”. Oggi l’accordo tra russi e ucraini per il cessate il fuoco su una serie di corridoi umanitari durerà dalle 9 alle 21 locali (ore 8-20 in Italia), secondo quanto annunciato da Kiev che lancia un appello alla Russia a rispettare la tregua.

Russia e Ucraina, accordo su sei corridoi umanitari: l’elenco completo 

I corridoi, riporta la Tass, sono: Energodar-Zaporozhzhia, Sumy-Poltava, Mariupol-Zaporozhzhia, Volnovakha-Pokrovsk, Izyum-Lozova, e verso Kiev dagli insediamenti di Vorzel, Bucha, Borodyanka, Irpen e Gostomel. Tra le operazioni apprensione per l’evacuazione di un orfanotrofio in un sobborgo della capitale, Vorzel, dove ci sono 55 bambini e 26 membri dello staff. Le bombe non si fermano, dal Donbass autorità locali riferiscono solo oggi di bombardamenti avvenuti ieri con almeno dieci vittime a Severodonestk.

Lo stop all’import di petrolio e altri idrocarburi russi annunciato ieri dagli Stati Uniti provoca la reazione di Mosca che preannuncia “risposte” mirate ad “aree sensibili”. Ancora non è chiaro come questo concretamente si tradurrà. Fonti diplomatiche russe insistono però che sono stati fatti “alcuni progressi” nei negoziati con l’Ucraina e rigettano l’obiettivo di voler “rovesciare il governo ucraino”.

La linea resta quella dell’operazione militare per “proteggere” le Repubbliche di Donetsk e Lugansk, e per “smilitarizzare e denazificare” l’Ucraina. Da Mosca arrivano pure nuove accuse agli Usa, rei di sviluppare programmi per armi biologiche in Ucraina.

Dopo i passi di mediazione e dialogo di ieri, col vertice video tra Xi, Macron e Scholz, oggi la Cina – attraverso un portavoce del ministro degli Esteri – punta il dito contro la Nato a guida Usa, che avrebbe con le sue azioni spinto “gradualmente” al conflitto.

Netta contrarietà di Pechino al bando Usa per l’import di petrolio russo. Washington e gli alleati della Nato cercano di potenziare i combattenti ucraini evitando di essere coinvolti in una guerra più ampia con la Russia. In questo contesto vola in Europa la numero due della Casa Bianca, Kamala Harris, attesa in Polonia e Romania.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky lancia un appello ai Paesi occidentali perché “decidano al più presto” sull’invio a Kiev dei Mig-29 offerti dal governo polacco. Domani e dopodomani sulla crisi il Consiglio europeo informale, a Parigi.

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L’emergenza umanitaria cresce. I profughi sono più di due milioni e la pressione cresce soprattutto sulle frontiere. È qui che l’alto commissario Onu per i rifugiati chiede di concentrare gli aiuti, prima ancora che parlare dei Paesi in cui andranno i profughi.

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