Nucleare, Usa-Russia verso il disarmo. Resta in ballo la questione Iran

Pubblicato il 18 Marzo 2010 - 21:01 OLTRE 6 MESI FA

Vladimir Putin

Stati Uniti e Russia sono alle prese con il nucleare. Se da un lato il premier Vladimir Putin ha dato uno schiaffo all’America annunciando l’attivazione della centrale atomica di Busher nell’Iran meridionale, dall’altro il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha dato un colpo di spugna alle vecchie ostilità in un incontro con Hillary Clinton, segretario di Stato Usa: «Non possiamo dire di essere più avversari, ma neppure di essere ancora amici».

Nella sua visita russa la Clinton ha in agenda un incontro con Putin per discutere del nodo Iran. L’impianto, da 1000 megawatt, nasce da un progetto russo da un miliardo di dollari, partito 15 anni fa e rallentato da continui ritardi di natura per lo più politica.

Teoricamente potrebbe infatti trasformarsi in una fonte di materiale fissile per Teheran, anche se negli accordi di fornitura tra la società russa di proprietà statale che ha costruito l’impianto, la Atomostroiexport, ed il governo iraniano è previsto che il combustibile nucleare per la centrale di Bushehr sarà fornito dalla Russia, alla quale l’Iran dovrà riconsegnare tutto il combustibile esaurito.

Ma è per il timore di un uso diverso che l’annuncio di Putin – fatto a Volgodonsk in occasione di un meeting sull’energia nucleare durante il quale il premier ha detto che la Russia «continua a lavorare per sviluppare capacità atomica sia in casa sia all’estero» – ha provocato la reazione di Clinton: «Consideriamo prematuro, per il momento, – ha affermato – il proseguimento di qualsiasi progetto (nucleare civile in Iran) perché vogliamo inviare un messaggio chiaro agli iraniani».

Sul fronte del cosiddetto Start 2 invece Lavrov e Clinton hanno parlato in termini positivi. Cosa che non è una novità: é da quando è scaduto il vecchio trattato, il 5 dicembre scorso, che entrambe le parti dicono di essere vicine all’accordo senza trovarlo. Lavrov ha affermato che il rinnovo è «in dirittura d’arrivo», Clinton ha invece parlato di «progressi importanti» aggiungendo che la firma potrebbe arrivare “presto”. Il principale punto di controversia resta il progetto di scudo antimissile americano nell’Europa dell’est.