Una scarpa geo-localizzatrice tiene d’occhio i malati di Alzheimer

Pubblicato il 28 Ottobre 2011 - 18:33 OLTRE 6 MESI FA

USA – Un chip impiantato nel tacco della scarpa segnala ai parenti se il malato oltrepassa un’eventuale confine di sicurezza. Non è una banale spy story ma la reale invenzione dell’azienda di calzature americana Aetrex Worldwide, che lancerà a breve – per ora solo negli Usa – delle speciali scarpe sportive dotate di localizzatore Gps.

Costeranno 300 dollari e ne sono stati prodotti finora circa tremila esemplari. Del chip si è occupata la società Gtx, specializzata in localizzatori satellitari, che ha ottenuto il via libera della Fcc, l’ente di controllo delle telecomunicazioni Usa. Tecnicamente, il dispositivo è simile a un braccialetto elettronico ma, a differenza di questo, risulta invisibile al paziente che così non può strapparlo o gettarlo via. Il target di riferimento della scarpa geolocalizzatrice infatti sono persone affette da demenza senile e Alzheimer. Una delle caratteristiche della malattia è infatti una forma di paranoia che li rende sospettosi al cambiamento.

Il Prof. Andrew Carle, dell’Università George Mason, la cui consulenza è servita a Gtx e Aetrex per tarare il progetto, ha spiegato: “Se sono malati e indossano qualche oggetto che non riconoscono, se lo tolgono. Se l’orologio non è il loro solito, ad esempio, lo rimuovono. Così bisogna nasconderlo”.

Un oggetto come la scarpa Gps può essere utile soprattutto nei primi stadi dell’Alzheimer, quando la patologia non si è ancora manifestata in maniera degenerativa, e lo stato confusionale arriva inaspettato e violento nel corso di giornate normali.

Il gadget però preoccupa per i rischi di violazione della privacy: la sua invisibilità lo renderebbe strumento facilmente abusato e controverso, se venisse commercializzato per fasce di utenza diverse, come era nei piani iniziali. Gli inventori, infatti, pensavano di proporlo a genitori iperprotettivi desiderosi di monitorare le corse dei figli o ai fanatici di joggin per calcolare i loro percorsi.

Ma chi impedirebbe a una moglie o a un marito geloso di far dono al partner di quella che, in apparenza, è solo una bella scarpa da ginnastica, al fine di spiarne i movimenti? In tempi di spionaggio sentimentale, in cui ci si pedina a suon di app per il tracciamento del cellulare,  si potrebbe azzardare che il diritto alla privacy non sia poi così prioritario rispetto alla rilevanza dello scopo scientifico perseguito.