Sherrilyn Kenyon, la scrittrice di Dark Hunters accusa il marito: “Mi ha avvelenata per anni”. E chiede 20 milioni di danni

di redazione Blitz
Pubblicato il 21 Gennaio 2019 - 13:04 OLTRE 6 MESI FA
Sherrilyn Kenyon, la scrittrice di Dark Hunters accusa il marito: "Mi ha avvelenata per anni". E chiede 20 milioni di danni

Sherrilyn Kenyon, la scrittrice di Dark Hunters accusa il marito: “Mi ha avvelenata per anni”. E chiede 20 milioni di danni

NEW YORK – Per anni ha sofferto di tachicardia, tremori, alopecia, vuoti di memoria. Alla fine Sherrilyn Kenyon, scrittrice di successo americana, autrice della serie fantasy Dark Hunters, è giunta ad una conclusione: che il marito la stesse avvelenando. Per questo gli ha fatto causa e chiede un risarcimento di 20 milioni di dollari. Ma l’America si interroga: l’autrice è vittima di “un complotto shakespeariano”, come lei stessa lo ha definito, oppure è solo la vendetta paranoica di una moglie abbandonata dal marito?

La scrittrice ha depositato in un tribunale della Contea di Williamson, in Tennessee, un documento di 95 pagine in cui ricostruisce accuratamente il presunto tentativo del marito di sbarazzarsi di lei. I due hanno divorziato a marzo scorso ma, secondo la Kenyon, l’uomo avrebbe tentato di avvelenarla per almeno tre anni, coadiuvato nell’impresa dai suoi due assistenti.

Il motivo? Incassare, secondo la scrittrice, la sua assicurazione sulla vita ed ereditare il suo patrimonio immobiliare. Kenyon sostiene di aver accusato per diversi anni di svariati disturbi e di aver più volte avuto crampi strazianti allo stomaco. Mali che, a suo dire, sarebbero stati causati dal cibo avvelenato somministratole dal marito e dagli assistenti. 

A titolo di prova la scrittrice fornisce una documentazione medica, secondo la quale nel suo sangue sarebbe stata riscontrata un’alta concentrazione di sostanze tossiche: litio, stagno, bario, platino e torio. Da quando si sono lasciati, la sua salute pare abbia subito miglioramenti. Oltre all’avvelenamento, Kenyon accusa il marito anche di “interferenze intenzionali” nei suoi rapporti d’affari e continue violazione della privacy. Con gli assistenti che, sempre a detta della donna, avrebbero contribuito ad isolarla da amici e familiari.

Secondo alcuni media però la tesi non regge. Il Daily Beast ha chiesto ad alcuni esperti un riscontro: secondo Marie Bourgeois, esperta di tossicologia all’Università della Florida, le proteine di cui la donna parla sono difficili da procurare, non assicurano la morte, e non sono nemmeno del tutto compatibili con i sintomi denunciati: “Ma forse sono solo scettica” aggiunge. Kelly Jhonson-Arbor del National Poison Control Center precisa: “Esistono modi più semplici e puliti per avvelenare qualcuno”.