Shami Witness, voce di Isis su Twitter ma…”ho famiglia, non posso combattere”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Dicembre 2014 - 14:21 OLTRE 6 MESI FA
Shami, voce di Isis su Twitter ma..."ho famiglia, non posso combattere"

Shami, voce di Isis su Twitter ma…”ho famiglia, non posso combattere”

BANGALORE – Shami Witness, questo il nome su Twitter del militante Isis che ha rilanciato a suoi 17mila follower tutte le notizie, anche più macabre e sanguinose, dal fronte tra Siria e Iraq. Peccato che Shami non sia mai stato al confine dove la guerra si svolge. L’uomo, il cui vero nome è Mehdi e vive a Bangalore, ben lontano dai luoghi del conflitto, simpatizza per l’Isis ma non si è mai unito ai jihadisti perché deve badare ai suoi genitori.

“Tengo famiglia, non posso combattere”, scrive Guido Olimpio sul Corriere della Sera riferendo la vicenda:

“Ora si è scoperto che dietro @ShamiWitness si nascondeva Mehdi M., un indiano di fede musulmana residente Bangalore, dunque molto lontano dalla zona di guerra. A smascherarlo la tv britannica Channel 4. Un colpo duro: «Shami» ha chiuso tutti i suoi profili. Mossa imitata da altri elementi pro-Isis, chiaramente imbarazzati dalla notizia. Nel corso del tempo Shami si è conquistata la fama di conoscitore della crisi e di propagandista a tempo pieno. Con oltre 17 mila followers e milioni di lettori, si è trasformato in un interlocutore per i media”.

Proprio Shami, che ha dedicato cinguettii alla guerra in Siria, sposato la causa di Al Baghdadi e rilanciato i messaggi dei jihadisti su Twitter, non ha mai combattuto:

“Azioni non solo per diffondere news ma operazioni di supporto. Durante la battaglia di Kobane ha preso di mira i curdi e in un’occasione è parso anche elogiare lo stupro delle combattenti del Pkk, un intervento poi corretto. La tv Channel 4 è riuscita a parlare con Mehdi. Una breve intervista dove l’indiano ha affermato: «Mi sarei unito anch’io ai combattenti, ma devo stare con i miei genitori, loro dipendono da me». Insomma anche l’aspirante jihadista tiene famiglia.

Poi ha invocato il rispetto della privacy legandolo a motivi di sicurezza. Appello grottesco per uno che ha messo in rete le immagini degli ostaggi trucidati ed ha gioito per le stragi dell’Isis. Parole che ovviamente hanno innescato battute e ironie verso un personaggio diventato quasi un simbolo, a volte cortese, a tratti sbruffone e sempre più nella parte di attivista-ispiratore”.