Sydney, sequestro finito dopo 16 ore. Morti 2 ostaggi e il terrorista FOTO-VIDEO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Dicembre 2014 - 08:22 OLTRE 6 MESI FA

SYDNEY – Attacco terroristico nel cuore di Sydney, città più rappresentativa dell’Australia. E il bilancio finale, dopo sedici ore di assedio, è di due ostaggi morti e tre gravemente feriti. E’ morto anche il sequestratore, un terrorista iraniano ucciso dalle teste di cuoio dei corpi speciali australiani. 

Tutto è iniziato lunedì mattina, 15 dicembre, alle 9 ora locale (le 23 del 14 dicembre in Italia), quando un uomo armato è entrato in una cioccolateria Lindt nel centro della città, vicino all’Opera, e, al grido di “in nome di Allah” ha preso in ostaggio una quarantina di persone, tra clienti e membri del personale.

L’uomo ha subito esposto la bandiera islamica nera con la scritta: “Non c’è Dio ma Allah e Maometto è il messaggero di Dio” e ha chiesto una bandiera dell’Isis in cambio del rilascio di alcuni ostaggi, annunciando di aver piazzato due bombe nel bar e due all’esterno. Il sequestratore ha anche chiesto di parlare col premier australiano Tony Abbott.

L’uomo ha 49 anni, è un rifugiato iraniano e si chiama Man Maron Monis. Era già noto alle forze di sicurezza per aver scritto lettere minacciose alle famiglie dei soldati australiani uccisi” in Afghanistan.

Nel tardo pomeriggio ora italiana, la sera in Australia, dopo sedici ore di assedio, la polizia australiana ha organizzato un blitz per tentare di liberare gli ostaggi. Molti di loro sono riusciti a fuggire dal locale, correndo con le mani alzate. Alcuni sono rimasti feriti, tanto da essere stati portati fuori dal bar in barella. Un ostaggio è rimasto ucciso nello scontro a fuoco tra polizia e sequestratore. Anche il terrorista è morto.

La fuga dei prigionieri (video Repubblica Tv)

Ostaggi, situazione in stallo.

Centinaia di poliziotti, molti armati di tutto punto e con indosso giubbotti antiproiettile, hanno preso posizione nell’area e diversi edifici circostanti sono stati evacuati, fra cui la Reserve Bank, il consolato Usa e l’Opera House, dove autorità hanno parlato di un “incidente”.

Musulmani in Australia: “Devastati, condanniamo l’atto criminale”.

Il Gran Muftì d’Australia, professor Ibrahim Abu Mohamed, ha dichiarato che la comunità musulmana è “devastata” dalla presa degli ostaggi. “Il Gran Muftì e il Consiglio australiano degli Imam condannano inequivocabilmente quest’atto criminale e ribadiscono che tali azioni sono condannate totalmente dall’Islam”, ha aggiunto.

Ostaggi usati come scudi umani.

Intanto gli ostaggi continuano a fare da scudi umani al sequestratore. Due per volta vengono tenuti davanti alla vetrina e vicino alla bandiera, in modo che i cecchini non possano colpire l’uomo all’interno senza mettere a rischio la vita degli ostaggi, che restano in quella posizione anche per due ore, mentre un altro ostaggio viene usato come scudo umano dal sequestratore per spostarsi all’interno del locale.

Quattro bombe dentro e fuori il bar.

Alcuni degli ostaggi liberati hanno raccontato a Channel 10 che il sequestratore gli ha detto di aver piazzato 4 bombe nel bar: 2 all’interno e 2 all’esterno. Due radio locali e due tv hanno ricevuto telefonate da persone sequestrate nella cioccolateria che hanno detto di chiamare per conto del sequestratore.

Sequestratore libera 5 ostaggi: “Voglio bandiera del’Isis”.

L’uomo armato dopo alcune ore di contrattazione ha liberato 5 ostaggi chiedendo in cambio di una bandiera dell’Isis e di poter parlare con il premier australiano Tony Abbott: lo si apprende dai media locali, che hanno parlato con alcuni ostaggi nel locale. La polizia non conferma le richieste ed ha chiesto ai media di non diffondere le conversazioni con gli ostaggi.

Sydney, bar assediato e poliziotti in assetto da guerra.

Numerosi poliziotti in pieno assetto da guerra hanno circondato la cioccolateria della Lindt. La polizia sarebbe però intenzionata a evitare attacchi violenti. “Prenderà del tempo ma vogliamo risolverla pacificamente”, ha detto il vice capo della polizia di Sidney, Catherine Burn:

“A quanto ne so nessuno è stato danneggiato o ferito fino a questo momento”.

Burn ha anche detto che la polizia si è messa in contatto con il terrorista, ma che il motivo dell’azione non è ancora chiaro:

“Le ragioni sono sconosciute e non sarebbe bene fare elucubrazioni. Negoziatori della Polizia hanno stabilito dei contatti e continueranno a avere contatti e ne arriveremo a capo.

Le immagini televisive, riferisce l’agenzia Ansa basandosi su notizie della francese Afp, che parla di venti ostaggi e due assalitori,

“hanno mostrato una bandiera nera con scritte islamiche in bianco sistemata su una finestra dell’edificio. Alcuni testimoni hanno detto di aver sentito forti detonazioni somiglianti a colpi di arma da fuoco.

Secondo i media sarebbero una ventina le persone prese in ostaggio da almeno due uomini armati. Le immagini televisive hanno mostrato gli uomini delle forze dell’ordine con armamento pesante puntare le armi da fuoco in direzione del locale. Patrick Byrne, un produttore della catena televisiva Channel Seven, la cui redazione è situata di fronte alla cioccolateria, ha detto che i dipendenti dell’emittente ha visto la cattura degli ostaggi svolgersi sotto i loro occhi.

”Ci siamo precipitati alla finestra e abbiamo avuto la visione scioccante e agghiacciante di persone alzare le mani di fronte ai vetri del locale” hanno detto alla televisione Australian Broadcasting Corporation (Abc)”.

(Foto Ansa)