Siria accusa Israele: “Bombardato nostro centro di ricerca militare”

Pubblicato il 30 Gennaio 2013 - 22:38| Aggiornato il 15 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

BEIRUT – Un attacco mirato su un centro ricerche militari, poco a Nord della capitale. “Un aereo da combattimento israeliano ha violato il nostro spazio aereo all’alba  – accusa Damasco – e ha direttamente bombardato un centro di ricerche sul miglioramento della resistenza e l’autodifesa nella regione di Jomrayah”. Dopo diversi allarmi lanciati nei giorni scorsi sul pericolo che armi chimiche potessero arrivare nelle mani delle milizie sciite libanesi dell’Hezbollah, lo Stato ebraico sembrerebbe essere passato all’azione in Siria.

L’attacco – se confermato – sarebbe il primo delle forze armate israeliane in Siria dall’inizio della rivolta, ormai 22 mesi fa.

Per tutta la giornata diverse fonti diplomatiche – rimaste anonime – hanno raccontato di un bombardamento vicino al confine di un convoglio che dalla Siria trasportava armamenti verso il Libano. Mentre in serata l’esercito siriano ha denunciato ufficialmente un raid israeliano contro un centro di ricerche militari che avrebbe provocato due morti e cinque feriti. Altri testimoni avevano raccontato in precedenza di un attacco – nella notte di martedì – ad un sito per lo sviluppo di ”armi non convenzionali” ad al-Hameh, 15 km a nord ovest di Damasco.

Le informazioni arrivano confuse e lo Stato ebraico tace. Quel che appare certo è che l’attacco c’è stato e che tra martedì pomeriggio e la notte scorsa diversi jet israeliani hanno violato gli spazi aerei libanese e siriano. Un’attività consueta, ma stavolta avvenuta su scala ben maggiore rispetto al solito. Almeno 12 caccia, secondo fonti militari di Beirut, hanno solcato i cieli libanesi in tre ondate successive tra le 16.30 di martedì fino alle prime ore di mercoledì. Una circostanza confermata anche dalle forze Onu dell’Unifil in Libano. Queste almeno, le ricostruzioni che i mass media israeliani hanno cercato di fare, sfuggendo parzialmente alle maglie della censura militare.

Secondo i siti di Maariv e Haaretz, infatti, l’attacco sarebbe avvenuto vicino alla strada tra Damasco e Beirut. Maariv ritiene probabile che gli aerei da combattimento israeliani abbiano sorvolato le alture del Golan e quindi abbiano puntato verso Nord, lungo la linea di demarcazione siro-libanese. Secondo Haaretz, invece, gli aerei israeliani avrebbero sorvolato il Mar Mediterraneo fino all’altezza di Beirut per poi puntare a est verso la Siria. L’agenzia statale Nna di Beirut esclude comunque che l’attacco sia avvenuto in territorio libanese.

Le fonti che sostengono la tesi del raid contro il carico di armamenti escludono comunque che si trattasse delle tanto temute armi chimiche: sarebbe invece una partita di missili anti-aerei di fabbricazione russa, probabilmente gli SA-7. Un’arma che, nelle mani dell’Hezbollah, potrebbe alterare in modo significativo gli equilibri di forza con Israele.

Diversi segnali che Israele potesse passare all’azione si erano avuti negli ultimi giorni. Domenica il primo ministro Benyamin Netanyahu ha messo in guardia dalle “importanti minacce” che incombono su Israele, citando l’Iran e la Siria. Mentre le forze armate hanno detto di avere riposizionato due batterie di sistemi di intercettazione anti-razzo Iron Dome nel nord del Paese. E proprio in questa regione, ha detto stasera la radio militare, viene mantenuto un elevato stato di allerta, motivato dal timore che armamenti ”sofisticati”, e non necessariamente chimici, passino dalla Siria agli Hezbollah. Il conflitto siriano rischia di infiammare sempre più tutta la regione.