Siria, trovati 45 cadaveri in un parco pubblico ad Aleppo

Pubblicato il 10 Agosto 2012 - 14:11 OLTRE 6 MESI FA

ALEPPO –  I corpi non identificati di 45 persone sono stati rinvenuti venerdì mattina ad Aleppo, in un parco pubblico nel martoriato quartiere di Salaheddin, teatro di scontri tra ribelli e governativi. Lo riferiscono i Comitati di coordinamento locali degli attivisti.

Secondo la rete di attivisti anti-regime di Aleppo, i corpi sono stati rinvenuti oggi nel parco pubblico adiacente alla moschea Khaled ben Walid. Per il momento non si hanno ulteriori notizie sull’identità delle vittime e sulle circostanze della loro uccisione e la notizia diffusa dagli attivisti non può essere verificata in modo indipendente.

Proprio ad Aleppo sono ripresi questa mattina violenti scontri tra governativi e ribelli. Lo riferisce la tv panaraba al Jazeera che ad Aleppo ha da oltre una settimana un proprio inviato.

L’agenzia ufficiale afferma che il quartiere di Salaheddin e altri rioni sono stati “ripuliti”. Centinaia di terroristi uccisi e arrestati, ma i ribelli replicano che il loro ritiro è stato solo parziale.

Un crescente numero di siriani fugge dal conflitto e cerca rifugio nei Paesi vicini: questa settimana, tutti gli uffici dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) in Libano, Turchia, Giordania e Iraq hanno segnalato un aumento dei profughi.

Fino a giovedì, un totale di 146.667 persone fuggite dalla Siria era stato registrato dall’Unhcr, ma “sappiamo che in diversi Paesi molti rifugiati non sono ancora registrati”, ha affermato a Ginevra un portavoce dell’organizzazione umanitaria.

In Turchia – ha detto il portavoce Adrian Edwards – la popolazione di rifugiati ha ormai superato il numero di 50.000 persone, con oltre 6.000 nuovi arrivi registrati dall’inizio della settimana. Molti di questi giungono dalla città siriana di Aleppo e nei villaggi circostanti, dove sono in corso combattimenti tra le forze del regime siriano ed i ribelli.

Il portavoce ha aggiunto che circa 8.000 persone sono invece “volontariamente tornate dalla Turchia alla Siria nel mese di luglio soprattutto nei villaggi della zona di Idlib”.