DAMASCO – Bombe sul petrolio sfruttato dai terroristi: i raid in Siria degli americani e dei loro alleati arabi si sono concentrati sui giacimenti che fruttano a Isis tra 1 e 3 milioni di dollari al giorno.
Gli attacchi aerei sono stati lanciati nell’est del Paese, contro i depositi petroliferi, principale fonte di risorse per i terroristi islamici. I raid, ha confermato poi il Pentagono, miravano proprio agli impianti petroliferi conrollati dall’Isis.
“Posso confermare che le forze Usa e i partner arabi hanno lanciato altri attacchi aerei contro i terroristi dello stato islamico”, ha detto il portavoce del Pentagono, ammiraglio John Kirby. “Le operazioni sono in corso e forniremo altri dettagli in seguito”, ha aggiunto.
Non si hanno dati precisi sulla quantità di greggio che il gruppo islamista è in grado di vendere. Secondo Adam Sieminski, capo dell’ US Energy Information Administration si tratta di meno di centomila barili al giorno. Sul mercato ufficiale avrebbero un valore di quasi 10 milioni di dollari, ma i ricavi del gruppo sarebbero molto inferiori poiché lo vende sul mercato nero a prezzi inferiori a quelli internazionali.
Nicholas Rasmussen, vice direttore del National Counterterrorism Center, in un’audizione al Congresso ha valutato in un milione di dollari al giorno i ricavi dell’Is. Ma secondo altre stime potrebbero arrivare anche a 2-3 milioni.
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