Siria: rigugiati cristiani si prostituiscono per sopravvivere

Pubblicato il 14 Ottobre 2010 - 15:23 OLTRE 6 MESI FA

La prostituzione come mezzo di sopravvivenza per i rifugiati cristiani in Siria. Padre Farid Botros, parroco della comunità caldea di Damasco, citato dall’agenzia missionaria AsiaNews, esprime la sua preoccupazione per un fenomeno che sta assumendo proporzioni prima sconosciute: ”Abbiamo circa quattromila famiglie di cristiani caldei fuggiti dall’Iraq, spesso alcuni solo con i vestiti che avevano indosso, e minacciati di morte. La legge siriana non permette loro di lavorare; molti svolgono qualche attività di nascosto; e altri, in numero crescente, sono ridotti a prostituirsi”.

Padre Farid calcola in circa ventimila i cristiani che dall’Iraq sono attualmente a Damasco, sostenuti in vario modo dalla Chiesa; anche se sottolinea che si cerca di aiutare tutti i profughi, indipendentemente dalla loro fede. Assistenza medica, alloggio (non esistono campi di accoglienza, i rifugiati vivono in case private) e un aiuto materiale oltre all’assistenza spirituale sono i problemi prioritari.

Nei giorni scorsi anche il vescovo cattolico Caldeo di Aleppo, Antoine Audio, a Londra ha toccato il problema dei rifugiati cristiani ridotti a prostituirsi per disperazione. ”Questo è un grosso problema, e non sappiamo come affrontarlo – ha detto -. Ho chiesto alle piccole sorelle di Gesù di aiutarci. Il motivo è la povertà, e in Siria non ci sono nè leggi nè regolamenti per difenderli. E’ un problema nuovo questo, di avere la prostituzione in questa quantità in una comunità cristiana”.