Siria, sparano sugli ispettori Onu. Ribelli e governo si accusano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Agosto 2013 - 14:40 OLTRE 6 MESI FA
Siria, sparano sugli ispettori Onu. Ribelli e governo si accusano

Siria, sparano sugli ispettori Onu. Ribelli e governo si accusano

BEIRUT – Gli ispettori Onu inviati in Siria per indagare sull’uso di armi chimiche da parte del regime di Damasco contro i civili lo scorso 21 agosto, sarebbero stati presi di mira da un attacco a fuoco. Il regime siriano ha accusato “bande terroriste” di aver aperto il fuoco contro il convoglio diretto a sud di Damasco. Almeno stando a quanto riferito dalla tv di Stato siriana. In precedenza attivisti avevano riferito che a sparare erano stati i lealisti.

In particolare alcuni attivisti, del Comitato di coordinamento locale di Muaddamiya, la cittadina dove anno provato a entrare gli ispettori, dicono che a sparare contro il convoglio di auto sono stati dei cecchini delle milizie fedeli al regime. Mentre la tv di Stato, che citava fonti del ministero per l’Informazione, ha attribuito l’agguato, che non ha comunque provocato feriti, a non meglio precisati “terroristi”. Un’espressione che nel linguaggio dei mass media filo-governativi farebbe riferimento ai ribelli. Gli attivisti hanno però successivamente fatto sapere che il convoglio degli esperti Onu ha potuto poi riprendere l’ispezione e entrare nella zona sotto assedio da settimane.

L’attacco è stato comunque confermato da un portavoce delle Nazioni Unite. “Il primo veicolo dell’equipe che indaga sulle armi chimiche è stato deliberatamente e più volte preso di mira con colpi di arma da fuoco da cecchini non identificati”, ha raccontato il portavoce Martin Nesirky. “Non sono comunque stati segnalati feriti”.

La Bbc riporta che il convoglio è stato colpito da “cecchini non identificati” mentre si trovava in una “zona cuscinetto” a Damasco. Secondo l’emittente al-Jazeera non ci sarebbero feriti.

Il presidente siriano Bashar al-Assad intanto continua a negare di aver fatto uso dei gas. “E’ un insulto al buonsenso” così afferma in un’intervista pubblicata dal quotidiano russo `Izvestia´. “Le affermazioni fatte da certi politici in Occidente e in altri Paesi sono un insulto al senso comune. Sono un’assurdità”, incalza il leader di Damasco, che poi lancia un avvertimento agli Stati Uniti per il caso in cui decidessero di attaccare il Paese mediorientale: “Li aspetta il fallimento proprio come in tutte le altre guerre che hanno intrapreso in precedenza, a cominciare dal Vietnam e fino ai giorni nostri”.