Siria, Stati Uniti e Gran Bretagna valutano nuove sanzioni anti-Russia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Ottobre 2016 - 19:26 OLTRE 6 MESI FA
John Kerry e Vladimir Putin (foto Ansa)

John Kerry e Vladimir Putin (foto Ansa)

ROMA –  Stati Uniti e Gran Bretagna stanno valutando di imporre nuove sanzioni economiche alla Russia per gli interventi ad Aleppo, la martoriata città siriana.  

Il Segretario di Stato americano John Kerry ha affermato che in Siria stanno accadendo orrori contro l’umanità su base quotidiana. Kerry e il ministro degli Esteri inglese Boris Johnson si sono detti speranzosi su uno sforzo diplomatico ma puntano anche a aumentare la pressione sulla Russia e sulla Siria per fermare i raid su Aleppo, e in questo senso hanno anche citato le sanzioni economiche.

“Eventuali sanzioni contro la Russia sarebbero controproducenti”, ha replicato il presidente russo Vladimir Putin, secondo quanto riportato dall’agenzia Interfax. “Le sanzioni degli Stati Uniti non risolvono nulla (la crisi in Siria, ndr) sono soltanto mirate a contenere la forza della Russia. E non raggiungono mai lo scopo”, ha aggiunto il leader del Cremlino che ha parlato oggi pomeriggio in India prima che da Londra arrivasse la notizia che Usa e Gran Bretagna stanno pensando alle nuove sanzioni.

“Minacciando la Russia di scatenare un attacco hacker, gli Stati Uniti ammettono per la prima volta di essere coinvolti in questo genere di attività”. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin secondo quanto riferiscono le agenzie Tass e Interfax. “Naturalmente – ha aggiunto Putin riferendosi alle parole del vice presidente Usa Joe Biden sul fatto che l’America risponderà ai cyber attacchi imputati ai russi – questo è contrario alle norme internazionali”.

”L’Occidente non ha fame di opzioni militari in Siria”. Lo ha detto il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson al termine dei colloqui a Londra sul conflitto nel Medio Oriente. Per il capo del Foreign Office non è percorribile l’imposizione di una ‘no fly zone’ e ci sono solo ”strumenti diplomatici” da utilizzare per risolvere la crisi umanitaria di Aleppo.