DAMASCO – Una esplosione è avvenuto nella città di Salamiyeh la mattina del 27 febbraio in Siria a poche ore dalla tregua firmata venerdì tra il regime e le forze dell’opposizione concordata da Stati Uniti e Russia. Il bilancio dell’attacco con l’autobomba è di due morti e anche se l’attacco non è stato ancora rivendicato ufficialmente da nessun gruppo, si ritiene che possa essere il primo segnale della escalation di violenze promesse da al-Nusra, gruppo vicino ad Al Qaeda. Intanto le Ong denunciano la Turchia di aver bombardato le forze curde.
Il fronte di al-Nusra infatti era escluso dal cessate il fuoco insieme all’Isis, a cui invece è stato attribuito l’attentato all’Osservatorio siriano per i diritti umani, Ondus, che ha affermato che l’artiglieria turca ha nuovamente bombardato le forze curde dell’Ypg che nella provincia di Raqqa combattono l’Isis in una regione verso il confine turco. Da parte sua, il gruppo islamista ribelle Jaish al Islam afferma che elicotteri governativi hanno sganciato due barili bomba sulle sue postazioni nei pressi di Damasco.
Secondo diverse fonti, tuttavia, la cessazione delle ostilità sembra tenere nonostante queste limitate violazioni. La tregua non riguarda i combattimenti contro l’Isis e il Fronte al Nusra, considerati sia dalla Russia sia dagli Usa come organizzazioni “terroriste” in Siria. Nella provincia di Raqqa gli scontri oppongono i curdi dell’Ypg ai miliziani dello Stato islamico intorno alla cittadina di Tal Abiad, a nord del capoluogo.
Continuano i combattimenti tra l’esercito siriano e l’Isis a sud della cittadina di Khanaser, lungo la strada che collega Aleppo al resto dei territori sotto il controllo governativo, che nei giorni scorsi era stata interrotta da un’offensiva dei jihadisti. Secondo l’Ondus sono due militari le persone uccise da un’autobomba esplosa stamane a Salamiyeh, nella provincia di Hama. La stessa ong attribuisce la responsabilità dell’attentato all’Isis.