Sposa la donna che violentò per uscire dal carcere. Poi la uccide

Pubblicato il 10 Dicembre 2011 - 17:06 OLTRE 6 MESI FA

BUENOS AIRES – Prima la costringe a sposarlo per poter lasciare il carcere, dove era rinchiuso con l'accusa di averla violentata, e poi la uccide colpendola al collo ed al torace con numerose coltellate.

Il delitto, che conclude una vicenda che ha provocato commozione e polemiche in Argentina, e' avvenuto in un'abitazione di General Pico, nella provincia di Buenos Aires, nelle prime ore del mattino ed ha avuto per protagonisti Marcelo Tomaselli, 23 anni, e Carla Figueroa, 19 anni. Secondo le prime informazioni, nel locale si trovavano anche il figlio di due anni della coppia e la madre dell'assassino.

Dietro la tragedia una storia convulsa, cominciata quattro anni fa, quando i due giovani si sono conosciuti ed hanno cominciato una relazione molto conflittuale dalla quale e' nato un figlio.

Nel marzo scorso, dopo l'ennesima lite, i due si erano separati, ma il 14 aprile Tomaselli ha aspettato la ragazza fuori dal locale dove lavorava, l'ha costretta a seguirlo in una zona isolata e, minacciandola con un coltello, l'ha violentata.

A seguito della denuncia presentata dalla donna il giovane e' stato arrestato ed ha passato sei mesi in carcere con l'accusa di abuso sessuale aggravato dall'uso di arma, per la quale la legge argentina prevede pene dagli otto ai 20 anni di carcere.

L'avvocato dell'accusato ha fatto pressioni sulla giovane per convincerla a rinunciare all'azione penale ed a ritirare la denuncia e concludere la vicenda con una specie di matrimonio riparatore. Il 4 di ottobre scorso un tribunale ha accolto la richiesta e, anche se l'accusa aveva presentato ricorso sostenendo che la giovane non aveva deciso in liberta', Tomaselli e' tornato libero ed il 28 ottobre la coppia si e' sposata con il rito civile.

Solo 42 giorni dopo l'epilogo tragico e violento della vicenda. Tomasolli e' stato arrestato. Da chiarire la posizione della madre dell'assassino. A chiamare la polizia e' stata la nonna della vittima.