Sri Lanka: 7 i kamikaze, arrestate 24 persone. Seguita pista religiosa: attentati ricordano Tigri Tamil

di Lorenzo Briotti
Pubblicato il 22 Aprile 2019 - 10:54 OLTRE 6 MESI FA
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Sri Lanka, arrestate 24 persone. I kamikaze erano 7, seguita la pista religiosa. Attentati ricordano quelli delle Tigri Tamil (foto Ansa)

COLOMBO – Erano sette gli attentatori kamikaze che ieri 21 aprile, la domenica di Pasqua, hanno compiuto la strage nello Sri Lanka costata la vita ad almeno 290 persone: lo ha reso noto un funzionario del governo che si occupa delle indagini forensi degli attacchi.

Il funzionario, Ariyananda Welianga, ha aggiunto che gran parte degli otto attentati sono stati realizzati da una persona ciascuno, mentre in almeno un attacco – quello all’hotel Shangri-La di Colombo – gli attentatori erano due. 

Uno dei kamikaze si sarebbe fatto esplodere mentre era in coda al buffet della colazione nel Cinnamon Grand hotel di Colombo: si era registrato sotto falso nome facendosi passare per un uomo d’affari che si trovava in città per lavoro. 

La polizia, come reazione alle esplosioni avvenute a Colombo, Negombo, Batticaloa e Dehiwela in chiese e hotel di lusso, le violenze più letali nello Sri Lanka dalla fine della ventennale guerra civile nel 2009, ha intanto arrestato 24 persone.  

Le autorità dello Sri Lanka hanno anche deciso per la revoca del coprifuoco che era in atto dalla sera di ieri. Le strade della capitale Colombo sono in gran parte deserte, con la maggior parte dei negozi chiusi e un pesante dispiegamento di soldati e polizia. Resta invece in vigore il blocco dei social network, utilizzati anche nel paese asiatico come cassa di risonanza dai terroristi.

Le autorità dello Sri Lanka hanno però annunciato un nuovo coprifuoco dalle 20.00 locali (le 16.30 in Italia) fino alle 4 di domani.

Sri Lanka, terrorismo di “matrice religiosa”. Attentati ricordano quelli delle Tigri del Tamil

La pista seguita, secondo quanto dichiarato dal governo, è quella del terrorismo di matrice religiosa. Il maggiore indiziato è il gruppo jihadista National Thowheed Jamath, ha detto un rappresentante della polizia. E a quanto pare, i servizi di intelligence del Paese non avrebbero vigilato sulla sicurezza del Paese.
 
E’ questa l’accusa del premier dello Sri Lanka, che ha chiesto l’apertura di un’inchiesta che dovrà anche verificare i possibili legami internazionali di un gruppo di militanti locali. L’11 aprile scorso infatti, il capo della polizia aveva messo in guardia contro possibili attentati kamikaze a “chiese di rilievo” sulla base di una segnalazione di un’agenzia di sicurezza straniera.  
 
Oltre alla “matrice religiosa” sotto osservazione potrebbero finire di nuovo le Tigri del Tamil, un gruppo militante di matrice comunista e nazionalista Tamil, presente nella zona nordorientale dello Sri Lanka, se non altro per le modalità in cui sono avvenute le esplosioni, che ricordano gli attentati compiuti da questo gruppo terroristico. 
 
Il gruppo è stato fondato nel 1976 ed ha condotto una violenta campagna secessionista contro il governo dello Sri Lanka dal al fine di creare uno Stato sovrano socialista Tamil nel nord e nell’est dello Sri Lanka (ex Ceylon), conosciuto come Tamil Eelam. Ciò ha portato allo scoppio della guerra civile nello Sri Lanka, che iniziò nel 1983 e terminò nel 2009, quando le Tigri furono definitivamente sconfitte dall’esercito singalese durante la presidenza di Mahinda Rajapaksa.
 
Lo Sri Lanka è un Paese a maggioranza buddista: il 70 per cento della popolazione è seguace dell’antica scuola Theravada, ma i cristiani con il 7,4 per cento rappresentano la terza minoranza dopo indù (12,6%) e musulmani (9,7%).  
 

Sri Lanka, nessun italiano coinvolto nelle esplosioni

I cittadini stranieri colpiti dagli attacchi sono, secondo quanto rivelato finora da fonti ospedaliere rilanciate da siti locali e dalle agenzie di stampa, di nazionalità turca, cinese, olandese, britannica, danese, giapponese, statunitense, marocchina, indiana e bangladese. L
 
a Farnesina ha confermato che l’Unità di crisi è al lavoro per effettuare verifiche sull’eventuale presenza di italiani. Al momento, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, non ci sono italiani coivolti.
 
Fonte: Ansa, Corriere della Sera, Ap