Strauss-Kahn: ombra del complotto più nitida, spunta Sarkozy e un video

Pubblicato il 28 Novembre 2011 - 13:33 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK – L’articolo di Edward Epstein che analizza i molti misteri che ancora avvolgono la vicenda di Dominique Strauss Kahn, noto anche con le iniziali DSK, è stato messo in rete dalla New York Review of Book. Leggerlo nella sua completezza, dopo le anticipazioni del Financial Times, dà i brividi, sia per l’ombra sinistra di un complotto tutto francese le cui tracce portano ai cancelli dell’Eliseo, dove risiede il presidente Nicolas Sarkozy, sia per la conferma che ancora una volta vi trova il senso di incertezza e di insicurezza che è insito in ogni vicenda umana. Ora pare che Epstein sia anche pronto a diffondere il video registrato dalle telecamere interne dell’albergo newyorkese che, secondo lui, avvalora la sua ipotesi.

Strauss Kahn era considerato, tra i socialisti, il più probabile candidato a sfrattare Sarkozy dall’Eliseo, era a capo del Fondo Monetario Internazionale, quindi già ricopriva una delle cariche più prestigiose del pianeta e invece si è ritrovato in carcere a New York, ammanettato e processato per stupro e altri infamanti delitti, escluso dalla corsa alla presidenza francese e anche licenziato dall’Fmi e sostituito da una connazionale, sì, ma del partito opposto, quello appunto di Sarkozy, l’odiato Sarko, per molti aspetti ridicolo più di Berlusconi ma certamente più determinato e spietato nelle sue mire.

A far precipitare Strauss Kahn dall’empireo all’infamia, nel giro di qualche ora del 14 maggio 2011, è stata una donna, Nafissatou Diallo, una cameriera di origine africana che lavorava all’hotel Sofitel di New York dove alloggiava, nella suite presidenziale, la numero 2806, Strauss Kahn,  e che lo ha accusato di averla presa a botte, aver tentato di stuprarla anteriormente e posteriormente e di averla poi costretta a un rapporto orale.

Che qualcosa tra i due ci sia stato nemmeno Strauss Kahn e i suoi avvocati lo negano più. Epstein ha analizzato tabulati e registri, per quanto gli sia stato possibile e consentito e ha ristretto gli eventi all’arco di 6 – 7 minuti, definito fra l’ingresso della cameriera nella suite, come certificato dal computer dell’albergo che registra ogni apertura di porta con chiave elettronica, e la telefonata fatta da DSK alla figlia. “Cosa sia realmente accaduto tra DSK e la cameriera”, scrive Epstein, è oggetto di discordia: “L’esame del DNA ha confermato che il liquido trovato fuori della stanza da bagno era saliva di  lei mista a sperma di lui”, portando gli investigatori a concludere che “un affrettato incontro sessuale”. Anche DSK ha ammesso che un rapporto sessuale orale c’era stato, ma era stato consensuale”.

Intorno a questo punto interrogativo, il mistero si snoda sulle lancette dell’orologio. Cosa è avvenuto prima e dopo l’ingresso della Diallo nella suite, alle 12,06? Perché le visite della cameriera, alla unica altra stanza, la 2820, sullo stesso piano di quella del francese? Essa vi entrò numerose  volte prima e una dopo l’asserito stupro, alle 12,26, 13 minuti dopo la sua probabile uscita, perché a quell’ora, le 12,13, DSK parlava sereno al telefono con la figlia e quindi si può presumere che il misfatto sia stato già consumato. Perché la stessa Diallo ha taciuto e poi negato la seconda visita; chi c’era in quella camera; perché la Diallo ha informato la sua capa, Renata Markozani, alle 12,30, con 20 minuti di ritardo e quattro dopo la visita alla 2820?