Teheran, tensione e scontri: “tre ragazzi uccisi” secondo twitter

Pubblicato il 11 Febbraio 2010 - 08:54 OLTRE 6 MESI FA

Miliziano Basiji

Riflettori puntati su Teheran, in occasione delle celebrazioni per l’anniversario della Rivoluzione khomeinista.

Sarebbero tre i manifestanti rimasti uccisi oggi in Iran in scontri con miliziani basiji, secondo notizie diffuse su twitter ma non verificabili. I morti sarebbero Leyla Zarei, una ragazza di 27 anni uccisa da un colpo d’arma da fuoco sulla piazza Vali Asr a Teheran, una persona non identificata nel quartiere di Shararak-e Gharb, nella capitale, e un’altra a Shiraz, nell’Iran meridionale.

La notizia dell’uccisione della giovane donna di 27 anni è stata confermata da un sito dell’opposizione con base all’estero, Persian2English. Non vi sono finora conferme dell’uccisione di Leila e di altri due manifestanti né da fonti ufficiali né sui siti riformisti in Iran

Tutto intorno alla piazza Azadi e in varie altre aree della capitale è ingente lo spiegamento di forze di sicurezza, sia polizia sia miliziani islamici Basiji, che negli ultimi otto mesi hanno partecipato attivamente alla repressione delle proteste. Tutte le vie d’accesso alla piazza sono stretto controllo degli agenti. I partecipanti ai cortei ufficiali gridano slogan di sostegno alla Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, oltre che “Morte a Israele” e “Morte all’America”, sventolando migliaia e migliaia di bandierine nazionali iraniane. La Cnn attraverso Twitter racconta: nelle strade«circolano pick-up che diffondono slogan pro-governativi attraverso gli altoparlanti».

Ahmadinejad nel suo discorso ha ribadito che l’Iran è in grado di produrre uranio arricchito al 20% per finalità mediche ma fomentando la platea con rinnovate minacce a Israele e a Stati Uniti. La scelta di andare avanti col piano nucleare ha, secondo il leader iraniano, spezzato il disegno egemonico occidentale di asservimento del paese.

Secondo  il sito web riformista Green Voice che cita testimoni oculari, le  forze di sicurezza iraniana hanno esploso i primi colpi di arma da fuoco e i primi lacrimogeni per disperdere un gruppo di manifestanti dell’opposizione.

Parlemannews, sito dei parlamentari riformisti, riferisce invece che l’ex presidente Khatami, sceso in piazza insieme a manifestanti dell’opposizione, ha dovuto allontanarsi quando miliziani Basiji hanno cominciato a gridare slogan contro di lui. Stessa sorte è toccata a Mehdi Karrubi, altro leader riformista a cui secondo Sahamnews nella mattinata hanno rapito il figlio Ali, e ad una nipote dell’ayatollah Ruhollah Khomeini, Zahra Eshraghi.

E proprio per evitare il tam tam via internet che in passato ha permesso agli oppositori di organizzarsi, il regime ha bloccato anche il servizio di posta elettronica Gmail, molto usato dall’opposizione. Google ha confermato almeno in parte la notizia, che era stata data ieri sera da Wall Street Journal. E’ stato inoltre vietato l’accesso ai media stranieri a tutte le manifestazioni pubbliche.

Dopo le notizie delle violenze, la Casa Bianca è intervenuta per sostenere il diritto universale degli iraniani di esprimersi liberamente in modo pacifico «senza dover subire intimidazioni e violenze». In più Washington ha fatto sapere di non credere alle dichiarazioni dei leader di Teheran in materia di arricchimento dell’Uranio: «sono più basate sulla politica che sulla fisica».