Terremoto in Giappone, riparte la vita a Tokyo: surreale normalità

Pubblicato il 14 Marzo 2011 - 08:33 OLTRE 6 MESI FA

TOKYO – Dai racconti dei corrispondenti, da quelli dei social network Tokyo si è svegliata in un’atmosfera di surreale normalità, con la gente che riprende le normali attivita’ nel pieno dell’emergenza nazionale, spaventata apparentemente piu’ dai possibili black-out energetici che dallo spettro nucleare delle centrali in avaria nel nord-est.

Nelle strade della capitale sembra un lunedì mattina come tanti altri: studenti in uniforme che si recano a scuola, tanti ‘colletti bianchi’ che raggiungono il posto di lavoro nei quartieri centrali e i corrieri espressi che riforniscono gli esercizi commerciali. Allo stesso tempo, anche gente che si muove in maniera non ‘ordinaria’: qualcuno con la valigia sul marciapiede, forse pronto per lasciare la città, numerosi gruppi di persone che trasportano da una parte all’altra cartoni di acqua e altre bevande, e un’attenzione diffusa e maniacale, decisamente superiore alle righe, verso i telefoni cellulari, che funzionano anche se a singhiozzo.

Nelle arterie cittadine che dalla periferia portano verso il centro il traffico non appare diverso da un qualsiasi giorno feriale: bus e taxi circolano regolarmente, senza particolari code alle fermate o ‘assalti’ per una corsa privata, anche se l’eco delle sirene di ambulanze e vigili del fuoco si nota piu’ del solito. Alla stazione di Shibuya, il distretto giovane e ‘trendy’ della capitale, il consueto via vai di pedoni, che si incrociano nel celebre attraversamento pedonale di fronte all’uscita di Hachiko.

”Sono riuscito a prendere il treno all’ora di punta stamattina”, racconta un salaryman diretto a Shinjuku, secondo cui l’invito delle autorità a evitare le trasferte verso l’ ufficio è difficile da seguire: ”Sarebbe auspicabile rimanere a casa in questa situazione di incertezza, ma la settimana lavorativa e’ ricominciata per tutti”.

A Omotesando, il quartiere dello shopping ‘posh’, c’è poca gente nel grande viale costellato di griffe e grandi magazzini alla moda: diverse boutique – tra cui Max & Co., Emporio Armani e Louis Vuitton – hanno deciso di rimanere chiusi. Negli esercizi aperti, come l’avveniristico mega-store Omotesando Hills, ben poche persone a guardare le vetrine.