Terremoto Haiti. Bertolaso: “Situazione patetica. Si vuole fare solo bella figura”

Pubblicato il 24 Gennaio 2010 - 16:20 OLTRE 6 MESI FA

Raramente il mondo, inteso proprio come globo terracqueo, ha assistito a un simile sfoggio di arroganza e presunzione: per fortuna che nel mondo l’Italia se la filano in pochi, ci considerano un incrocio tra pulcinella e dei mafiosi, e uno può dire quello che vuole, specie se parla in italiano, senza che nessuno gli dia peso, come quelli che ogni tanto si incontrano per strada che parlano da soli.

Questa è l’impressione che si ha dopo l’esibizione del capo della Protezione civile italiana, Guido Bertolaso, alla televisione, naturalmente italiana, durante la trasmissione “In mezz’ora” su Raitre, in diretta proprio da Haiti. Sostiene Bertolaso: dare da mangiare e da bere non basta; la situazione poteva essere gestita meglio; gli Usa confondono l’intervento militare con l’emergenza. E giù via a criticare duramente la gestione degli aiuti dopo il terremoto di Haiti. Conclusione: «Il mondo poteva dare prova di poter gestire al meglio una situazione come questa, ma finora non ha funzionato».

Appare chiaro che Obama, Sarkozy e gli altri capi di Stato coinvolti nei soccorsi ai terremotati haitiani aspettavano lui, il vice del verbo Berlusconi, mandato sulla terra proprio per mettere a posto, senza rompersi le scatole con procedure, lacci e lacciuoli della burocrazia, quel che nessun paese finora è stato capace di fare.

«Ci sono enormi organizzazioni coinvolte e moltissimo da fare, ma la situazione è patetica, e tutto si sarebbe potuto gestire molto meglio». Insomma secondo Bertolaso il terremoto che ha distrutto l’intera isola nel Pacifico rischia di diventare una vetrina per «mettere un grande manifesto con lo stemma della propria organizzazione, per fare bella figura davanti alle telecamere, piuttosto che mettersi a lavorare per portare soccorso a chi ha bisogno».

Riguardo alla massiccia presenza di forze militari Usa, Bertolaso ha sottolineato: «Era inevitabile e indispensabile una forte presenza dell’esercito americano, anche se i 15mila uomini non sono utilizzati nel modo migliore. Le navi ospedale, le portaerei, non hanno rapporti stretti con il territorio, con le organizzazioni umanitarie che sono presenti sul posto. Ognuno fa la sua parte, ma in modo svincolato».

«Manca una capacità di coordinamento, utile per non disperdere gli aiuti che sono stati inviati- prosegue Bertolaso – È stato fatto uno sforzo impressionante, encomiabile, ma non c’è una leadership. Serve un uomo, serve un Obama che gestisca le emergenze». Ed anche «Clinton che scarica le cassette della frutta» non è servito. «Sarebbe stata la svolta se lui avesse gestito l’emergenza in prima persona, invece se n’è andato». La «tecnica d’intervento» ad Haiti applicata dagli Usa, secondo Bertolaso, è quella già usata in passato a Goma, Ruanda e Cambogia. «Si viene qui, si dà un po’ da mangiare, bere e il problema per loro è risolto, ma è una contraddizione se non si pongono le basi per la vita futura».