Terremoto Messico: Frida non esiste, non c’era alcuna bimba da salvare sotto le macerie
Pubblicato il 22 Settembre 2017 - 13:03 OLTRE 6 MESI FA

Terremoto Messico: Frida non esiste, non c’era alcuna bimba da salvare sotto le macerie
ROMA – Terremoto Messico: Frida non esiste, non c’era alcuna bimba da salvare sotto le macerie. Tutto il mondo col fiato sospeso per la sorte della bambina intrappolata sotto le macerie del catastrofico terremoto che ha colpito Città del Messico, per scoprire alla fine, che non c’era nessuna bambina. Non c’è nessuna bambina chiamata Frida, o Frida Sofia, intrappolata nella scuola ‘Enrique Rebsamen’ di Città del Messico: a precisarlo è stata una fonte ufficiale, sottolineando che forse chi si trova imprigionato sotto le macerie dello stabile è “un adulto”.
Incontrando la stampa, il sottosegretario per la Marina, Angel Enrique Sarmiento, ha così posto fine ad una vicenda che con il passare delle ore era diventato un mistero: fin da ieri si era parlato di una bambina che aveva dato segni di vita e che si trovava imprigionata all’interno del collegio. Se vi è un sopravvissuto si tratterebbe di una persona adulta, forse un’impiegata della scuola: “ci sono tracce di sangue e fotografie, come se si fosse trascinato, probabilmente è una persona ancora in vita”, ha aggiunto Sarmiento.
“Non siamo mai stati a conoscenza di tale versione”, ha puntualizzato riferendosi al ‘caso Frida’ e indicando che tutti i bambini del collegio sono stati identificati. Sarmiento ha inoltre sottolineato che secondo i dati “della Segreteria di Istruzione, ma anche sulla base di quanto detto dagli insegnanti”, nessuna delle bambine della scuola si chiama Frida: “siamo sicuri che non è mai stato una realtà”, ha puntualizzato, precisando che non avrebbe risposto alle domande dei cronisti. In totale, sono 11 i bambini tratti in salvo.
Nel crollo subito dopo il terremoto hanno perso la vita 19 piccoli e sei adulti. La dichiarazione di Sarmiento è giunta al termine di una giornata drammatica nel paese, con al centro proprio i tentativi da parte dei soccorritori e dei volontari di salvare la vita a chi rimane intrappolato sotto le macerie. Tra i casi al centro dell’attenzione c’è quello di Erik Gaona, un ragazzo 24/enne che rimasto imprigionato sotto quanto è rimasto di un palazzo di quattro piani del quartiere ‘Roma’ della capitale. Il bilancio complessivo del terremoto dello scorso martedì è alto.
Finora, i morti accertati sono 286. In particolare, 148 persone hanno perso la vita a Città del Messico, mentre le altre persone sono decedute negli stati di Morelos (73), Puebla (43), Messico (13), Guerrero (5), Oaxaca (1). Ingenti anche i danni: il responsabile della protezione civile, Luis Felipe Puente, ha sottolineato che “secondo stime preliminari il numero degli edifici danneggiati oscilla tra 200, 500 o mille”. Lentamente, la megalopoli messicana cerca comunque di riprendere il suo ritmo abituale: oggi il traffico è meno caotico, l’elettricità e i trasporti sono stati gradualmente ripristinati. Milioni di messicani cercano di superare il panico post-terremoto, ma per tornare alla normalità ci vorrà ancora molto tempo.