Terrorismo. Attentato sull’Amsterdam-Detroit di matrice Al Qaeda: esplosivo in profilattico

Pubblicato il 27 Dicembre 2009 - 10:26 OLTRE 6 MESI FA

Come ha fatto l’attentatore a salire imbottitto di esplosivo sul”aereo che voleva far esplodere lo spiegheranno, dopo, gli addetti alla sicurezza. C’è da credere con un certo imbarazzo. L’uomo, infatti,  era schedato e segnalato dappertutto.

Gli era stato rifiutato lo scorso maggio un visto d’ingresso per tornare in Gran Bretagna, dove aveva studiato ingegneria allo University College di Londra dal 2005 al 2008, perché l’istituto dove Umar Faruk Abdulmutallab sosteneva di volere studiare si era rivelato finto.

Abdulmutallab, 23 anni, originario del nord della Nigeria e figlio di un ricco banchiere, è stato incriminato formalmente sabato a Detroit dal giudice Paul Borman, che  è andato all’ospedale di dove il mancato kamikaze è ricoverato per ustioni. Il giudice Borman gli ha letto i capi d’accusa nel corso di un’udienza durata 20 minuti.

Secondo i giornalisti autorizzati ad assistere, il giovane, che parlava in inglese, era ammanettato a una sedia a rotelle e aveva i polsi e parte delle mani bendati. Ha detto al magistrato di non potersi pagare un avvocato e gliene è stato assegnato uno d’ufficio.

L’atto d’accusa ha confermato che dalle analisi preliminari condotte dall’Fbi è emerso che l’ordigno che Abdulmutallab ha cercato di attivare “conteneva del Petn, un potente esplosivo”. Interrogato su come si sentisse l’attentatore ha risposto di “stare meglio”.

L’aereo della Delta-Northwest era partito da Amsterdam e era diretto a Detroit con 278 passeggeri e 11 membri dell’equipaggio. La polizia olandese ha reso noto che Abdulmutallab aveva iniziato il suo viaggio a Lagos, in Nigeria e era in possesso di un visto statunitense.

Il piano per far esplodere l’aereo la notte di Natale, secondo la rete tv americana Abc è stato pianificato dai leader di al Qaeda nello Yemen. Per non far rilevare l’esplosivo, noto come Petn, tetranitrato di pentaetrite, che gli esperti dicono molto potente, l’attentatore lo aveva cucito in 2 contenitori nelle mutande. Farouk Abdul Matullab, infatti,  ha riportato ustioni di III grado ai genitali. Ma anche nescosto nelle mutande avrebbe dovuto essere rilevato.

Alhaji Umaru Matullab, il padre Umar Farouk Abdul, aveva segnalato sei mesi fa l’ambasciata Usa ad Abuja che suo figlio stava frequentando ambienti estremisti e che avrebbe potuto rappresentare una minaccia per gli Stati Uniti. Ex ministro e presidente della prima banca nigeriana, Alhaji Umaru Mutallab si è chiesto  come mai non sia stato impedito al figlio di salire sul volo per gli Usa .

L’antiterrorismo statunitense aveva approvato la lista dei passeggeri del volo 253 della Delta Airlines a bordo del quale si trovava Umar Farouk Abdul Mutallab che, però,  da due anni era sulla lista nera dei sospettati di aver legami con i terroristi. Lo ha dichirato a Newsweek, Judith Sluyter, portavoce dell’antitterrorismo olandese.

Quando il nigeriano a bordo del volo diretto da Amsterdam a Detroit ha tentato di far esplodere l’ordigno, iniettando nel Petn un altro liquido capace di mettere in moto la reazione chimica, si sono sprigionate solo fiamme e fumo.

L’attentatore è stato immediatamente bloccato da alcuni passeggeri e da alcuni membri dell’equipaggio che hanno anche rapidamente soffocato le fiamme usando coperte ed estintori. “Non è piacevole vedere il fuoco a bordo dell’aereo su cui stai viaggiando”, ha detto Jasper Schuringa, uno dei passeggeri che ha sventato l’attentato.

Jasperr Schuringa è il passeggero che per primo è intervenuto per bloccare il 23enne nigeriano che ha tentato di far esplodere l’ aereo in fase di atterraggio. Non ha esitato neppure per un istante, ha scavalcato quattro persone e ha afferrato per il collo l’attentatore mettendolo in condizione dinon nuocere.

L’esplosione “sembrava un petardo”, ha raccontato, “ho visto il fumo che proveniva da quel sedile, sono saltato in piedi e l’ho afferrato, aveva i pantaloni aperti con qualcosa attaccato alle gambe”.

Umar Farouk Abdul Matullab ra già  da due anni sulla lista nera dell’antiterrorismo Usa dei sospetti con contatti con organizzazioni estremistiche.

L’esplosivo che l’attentatore ha cercato di utilizzare era particolarmente pericoloso: si tratta infatti di una sostanza, il tetranitrato di pentaetrite (Petn), in grado di creare enormi danni anche in piccole quantità.

Lo ha reso noto la Cbs specificando che la sostanza era nascosta in un profilattico in cui il giovane ha iniettato con una siringa una sostanza detonante. Si tratta di una tecnica finora mai osservata e che rende impossibile la scoperta dell’esplosivo attraverso i normali controlli a raggi .

Negli Usa, dopo il panico sono le ore delle polemiche. Non basta a placarle l’annucio di un nuovo giro di vite sui controlli. Per Steven Emerson, esperto di antiterrorismo e autore di “American Jihad”, “non è un caso che il nigeriano abbia agito proprio all’indomani della notizia del bombardamento delle forze yemenite” (sostenute dagli Usa) di un’abitazione in cui era previsto un summit degli uomini di Bin Laden.

L’operazione ha portato alla morte di una trentina di persone ma i veri obiettivi sarebbero riusciti a sfuggire. Tra loro Anwar al-Aulaqi, l’imam yemenita-americano che era in contatto con il maggiore di origine palestinese Nidal Hassan, l’autore della strage di Fort Hood, e due luogoteneneti di Bin Laden.

Ora gli Stati Uniti devono fare i conti con il proprio apparato di sicurezza. Il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs ha riferito che l’amministrazione Obama sta esaminando «come correggere le procedure per assicurare che non ci siano ostacoli nella diffusione delle informazioni» in merito alla “black list”. Nel frattempo le autorità americane stanno indagando sulla responsabilità di al Qaeda per l’attentato, lo ha riferito il segretario al Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti, Janet Napolitano. L’organizzazione di Osama bin Laden è «oggetto dell’indagine», ha spiegato al programma ‘This Week’ dell’Abc News. Ma la stessa Napolitano ha affermato che per ora, non ci sono elementi sufficienti per dire che l’attentato fallito sul volo Amsterdam-Detroit facesse parte di un complotto più ampio.