Thailandia legalizza il commercio di cannabis: l’uso ricreativo è però ancora vietato

di Caterina Galloni
Pubblicato il 12 Giugno 2022 - 10:00 OLTRE 6 MESI FA
thailandia marijuana

Thailandia legalizza il commercio di cannabis: l’uso ricreativo è però ancora vietato (foto Ansa)

La Thailandia legalizza il commercio di cannabis ma ne vieta l’uso ricreativo. Secondo quanto riportato dalla Bbc è permesso coltivare in casa piante di cannabis e vendere il raccolto.

La nazione è la prima a portare avanti un’iniziativa di questo tipo nel sud-est asiatico, area nota per le sue severe leggi sulla droga. Tuttavia l’uso ricreativo è ancora vietato, anche se i sostenitori affermano che l’allentamento depenalizza notevolmente la marijuana.

Il governo spera che lo sviluppo di un commercio locale di cannabis stimolerà l’agricoltura e il turismo. Sta persino regalando un milione di piantine di cannabis ai cittadini per incoraggiarne la coltivazione e la raccolta.

In Thailandia si può vendere la marijuana coltivata

“È un’opportunità per le persone e lo stato di guadagnare dalla marijuana e dalla canapa”, ha affermato il mese scorso Anutin Charnvirakul, vice primo ministro e ministro della salute, sui suoi account sui social media.

Su Facebook ha postato una foto che mostra del pollo cucinato con la cannabis, aggiungendo che chiunque potrebbe vendere il piatto se seguisse le regole: la principale è che i prodotti devono contenere meno dello 0,2% di tetraidrocannabinolo.

Si potranno coltivare fino a sei piante in casa

Le famiglie, in casa potranno coltivare fino a sei piante di cannabis in vaso previa registrazione presso le autorità e le aziende coltivare la pianta con un permesso. Nei ristoranti, i clienti potranno ordinare piatti e bevande a base di cannabis.
 
Le cliniche di tutto il paese possono prescrivere più liberamente la cannabis come cura. 
Nel 2018, la Thailandia è stata la prima in Asia a legalizzare l’uso di cannabis medicinale.
Tuttavia, l’uso della cannabis per uso personale è ancora illegale. Le autorità hanno avvertito le persone di non fumare in pubblico, affermando che è considerato un disturbo pubblico e che i trasgressori rischiano l’arresto.
 
Il governo afferma inoltre che mira a rilasciare circa 4.000 detenuti condannati per reati legati alla cannabis. La Thailandia, con il suo clima tropicale per tutto l’anno, ha una lunga storia con la cannabis, molti locali la usavano comunemente nella medicina tradizionale.
 
Un progetto di legge più ampio sul controllo della cannabis è attualmente all’esame del parlamento thailandese. I sostenitori ritengono che i prossimi anni potrebbero vedere un graduale allentamento delle norme che ne regolano l’uso.
Ma dunque è legale o no? Mentre l’economia turistica thailandese si riprende dal lungo blocco da Covid, molti turisti si chiederanno se il nuovo regime liberale sulla cannabis significa che possono fumare uno spinello dove e quando vogliono.

Illegale vendere prodotti con più dello 0,2% di Thc

La risposta del governo è no, non si può fumare marijuana in pubblico ed è ancora illegale vendere o fornire prodotti contenenti più dello 0,2% del principale composto Thc.
L’obiettivo ufficiale è che la Thailandia ottenga un vantaggio sui paesi vicini nella conquista di un’ampia fetta del redditizio mercato dei trattamenti sanitari che utilizzano derivati della cannabis, in particolare il composto più leggero Cbd. 
 
Ma c’è un altro motivo: la riduzione del numero di detenuti nelle carceri più sovraffollate del mondo. Il che significa, in teoria, che con la coltivazione della pianta in qualsiasi quantità attualmente legale, sia improbabile che la polizia arresti le persone solo per possesso di marijuana.
In Thailandia ci sono già centinaia di aziende che operavano già prima della nuova legge, offrendo un’intera gamma di prodotti a base di marijuana, come i ristoranti che mettono le foglie nei curry thailandesi. 
 
È difficile capire come le autorità possano regolare la quantità di Thc che contengono. Il Governo insiste sul fatto che stanno autorizzando la produzione e il consumo esclusivamente per scopi medici, non ricreativi, ma in pratica quella linea si è già assottigliata.