Thailandia, undici morti e almeno 520 feriti: l’esercito chiede una tregua

Pubblicato il 10 Aprile 2010 - 15:31 OLTRE 6 MESI FA

Duri scontri oggi 10 aprile a Bangkok, capitale della Thailandia, tra esercito e “camicie rosse”, i sostenitori del primo ministro Abhisit Vejjajiva.

Il governo ha ordinato di disperdere la protesta e i soldati hanno sparato e usato idranti contro i manifestanti sul ponte Phan Fah. Qui, i manifestanti hanno risposto lanciando delle molotov: il bilancio parla di 11 morti di cui almeno cinque sono civili, tra cui una giornalista giapponese che lavorava per l’agenzia Thomson Reuters, un uomo di 43 anni ed anche, secondo una tv locale, un cameraman giapponese.

I feriti sono 520, tra cui anche dei militari: l’esplosione di una bomba ha infatti causato il ferimento di 25 di loro.

I militari all’inizio sembrava che avrebbero sparato solo proiettili di gomma contro i manifestanti:  un giornalista australiano di Abc News Australia, aveva tuttavia dichiarato di essere stato colpito da un vero proiettile.

Le camicie rosse radunate vicino al Democracy Monument hanno poi preso in ostaggio un soldato. L’esercito ha fatto appello per una tregua dopo i violenti scontri e centinaia di agenti si sono ritirati da una delle zone che presidiavano.

Intanto, uno dei leader delle “camicie rosse” Veera Musikapong, ha invitato il premier Abhisit Vejjajiva a sciogliere il Parlamento e lasciare il Paese: «Chiediamo che il premier sciolga il Parlamento immediatamente, e non tra 15 giorni come chiedevamo prima, e lasci il Paese».