Trump dal Papa. Padre Alejandro Solalinde, ”E’ un incontro obbligato”

Pubblicato il 14 Maggio 2017 - 14:13 OLTRE 6 MESI FA
Padre Alejandro Solalinde

Padre Alejandro Solalinde

UDINE – “Il Papa è anche un Capo di Stato, quindi deve riceverlo, ma se potesse scegliere, non incontrerebbe Trump”. Lo ha detto a Udine, padre Alejandro Solalinde, attivo in Messico nell’accoglienza e nella protezione dei migranti dalla tratta gestita della criminalità organizzata, e dunque sotto minaccia di morte, commentando il prossimo incontro tra il Pontefice e il presidente degli Stati Uniti, in programma il 24 maggio in Vaticano.

Solalinde, nella rosa dei candidati al Nobel per la Pace, vive da anni sotto scorta armata ed è giunto nel capoluogo friulano su invito del festival vicino/lontano, nell’ambito del quale ha presentato il suo libro “I narcos mi vogliono morto” (Emi editore). “Il muro che Trump ha promesso di costruire lungo la frontiera con il Messico – ha detto Solalinde – è un sogno e rimarrà tale. Non sarà mai completato perché i repubblicani stessi manderanno a casa questo presidente, che non durerà molto”.

Inoltre – ha aggiunto – il 25% di tutti i migranti del Messico ogni anno raggiunge gli Usa perché il confine è gestito dai cartelli della criminalità organizzata e la corruzione rende porosa qualsiasi barriera”. Il religioso ha detto di esser preoccupato per altri “muri di Trump, che sono la sua xenofobia, il razzismo, l’omofobia”.