Turchia: bloccati Twitter, YouTube, Facebook per la foto del pm sequestrato

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Aprile 2015 - 13:54 OLTRE 6 MESI FA
Il presidente turco Erdogan

Il presidente turco Erdogan

ROMA – Bloccato l’accesso in Turchia a Twitter e YouTube. Tolto invece il blocco all’accesso su Facebook. La decisione delle autorità arriva dopo che i tre social media avevano pubblicato le foto del pm, Mehmet Selim Kiraz, preso in ostaggio martedì scorso da due ‘brigatisti’ del Dhkp-C e poi ucciso nell’assalto delle teste di cuoio turche.

Ad oggi, è la misura più estesa mai adottata dalle autorità turche nei confronti dei social media. Dopo le numerose lamentele da parte degli utenti, un portavoce dell’Access Providers Association, Bulent Kent, ha riferito a Hurriyet online che l’ente ha ricevuto l’ordine scritto dal pubblico ministero di bloccare l’accesso ai siti.

Gli altri provider, TTNET, Turkcell, Superonline, Avea, dovrebbero presto ricevere l’ordine. Hurriyet online riferisce di aver visto il documento delle autorità con l’ordine di bloccare 166 siti web che hanno pubblicato le foto controverse del magistrato preso in ostaggio. Oltre ai social media, il documento contiene anche link specifici agli articoli pubblicati dai giornali turchi.

 

Nei giorni scorsi, per la stessa ragione, erano stati indagati quattro quotidiani indipendenti o di opposizione turchi, Cumhuriyet, Hurriyet, Bugun e Post. L’accusa è di “propaganda per una organizzazione terroristica”. Anche loro avevano pubblicato una foto del magistrato Mehmet Seim Kiraz con una pistola puntata contro la tempia scattata durante il suo sequestro. La foto è stata pubblicata anche da diversi altri media turchi e dalla stampa internazionale. Secondo Zaman online, l’inchiesta contro i quattro giornali, decisa dal Procuratore Capo di Istanbul, è condotta dall’antiterrorismo. I giornali indagati, con altre testate di opposizione, hanno fortemente criticato l’operato del governo islamico nella gestione del sequestro del pm di Istanbul, ucciso con i due sequestratori nell’assalto delle teste di cuoio turche.