Turchia. Erdogan apre ai manifestanti, polizia usa lacrimogeni ad Ankara

Pubblicato il 10 Giugno 2013 - 23:59 OLTRE 6 MESI FA
Turchia. Erdogan apre ai manifestanti, polizia usa lacrimogeni ad Ankara

Turchia. Erdogan apre ai manifestanti, polizia usa lacrimogeni ad Ankara (Foto Ansa)

ANKARA – Nuovi scontri ad Ankara tra la polizia turca e i manifestanti, che sono stati dispersi con l’utilizzo di lacrimogeni. La protesta anti governativa va avanti ormai da 11 giorni e la tensione non accenna a scendere. Il 10 giugno il vicepremier Bulenti Arinc ha annunciato che mercoledì 12 giugno Recep Tayyip Erdogan incontrerà una delegazione di manifestanti. Una prima apertura dopo il muro contro muro di questi giorni, con i manifestanti che chiedono le dimissioni di Erdogan e la polizia che ha arrestato altri 13 dissidenti per i loro post su Twitter. 

L’incontro di mercoledì sarà il primo gesto del premier per cercare di fare calare la tensione, dopo i discorsi muscolari degli ultimi giorni, che hanno fatto ipotizzare un assalto della polizia contro la cittadella degli indignados di Taksim. Il 9ngiugno Erdogan, in diversi discorsi incendiari davanti ai militanti del suo partito islamico Akp ha di nuovo denunciato complotti, accusato ‘lobby finanziarie’ di speculare destabilizzando il paese, confermato di considerare ”vandali” e ”terroristi” le centinaia di migliaia di giovani che lo contestano. Ha anche avvertito che la pazienza del governo ”ha dei limiti” e che presto ”parlerà il solo linguaggio che capiscono”. Quello della forza, hanno letto in molti.

La sera del 10 giugno, dopo una lunga riunione del governo, il primo segnale di apertura. Erdogan vedrà i rappresentanti della Piattaforma per Gezi Park, che aveva convocato le prime proteste. Nonostante le dichiarazioni al vetriolo Erdogan sembra costretto, ritengono diversi analisti, a ricercare un contatto con la protesta.

Le condanne piovute da tutto il mondo, i danni già pesanti all’immagine del paese, i possibili rischi per l’economia, sconsigliano di andare allo scontro frontale con i nuovi indignados turchi. Dopo avere perso più del 10% la settimana scorsa, e bruciato un miliardo di dollari, la Borsa di Istanbul ha chiuso anche oggi a -2,48%.

Il ‘sultano’, da 11 anni signore incontrastato del paese, sembra rimasto senza strategia. La rivolta dei giovani contro il suo potere autoritario e contro la ‘reislamizzazione’ del paese, e la loro resistenza alla repressione, sembrano averlo preso alla sprovvista. I giovani ”non hanno più paura di Erdogan” rileva il quotidiano Sozcu. Taksim è da 10 giorni un’isola felice su cui rimangono puntate le telecamere di tutto il mondo.

Ma nelle altre città del paese la polizia non fa sconti. La notte scorsa di nuovo migliaia di manifestanti pacifici sono stati dispersi con la forza a Kizilay, nel cuore di Ankara. Halk Tv ha mostrato un poliziotto fronteggiare pistola in mano i manifestanti. Ci sono stati scontri anche a Smirne e Adana dove dei civili, sembra militanti del partito di Erdogan, in mezzo alla polizia hanno lanciato pietre contro i giovani. La stampa ha riferito di altri civili armati di bastone schierati con la polizia a Smirne e Antaliya.

Cresce il timore di provocazioni. Da giorni inoltre ci sono scontri fra manifestanti e polizia nel quartiere alawita di Gazi, a Istanbul. A Adana la notte scorsa c’è stata una nuova retata anti-twitter: 13 ragazzi sono stati arrestati, accusati di avere mandato messaggini sediziosi. Twitter, definito una ‘cancrena’ da Erdogan, è più che mai il grande canale di comunicazione e di denuncia delle violenze per i ribelli. Altri 34 giovani erano stati arrestati martedì a Smirne con la stessa accusa.

Un sondaggio pubblicato il 10 giugno, il primo dall’inizio della protesta, mostra l’Akp in forte calo rispetto al 50% delle politiche del 2011. Il partito islamico otterrebbe oggi il 38,5%, contro il 31,8% del Chp, il principale partito d’opposizione, il 19,5% dei nazionalisti del Mhp e l’8,2% ai curdi del Bdp. Sono dati che preoccupano i dirigenti del Akp, finora tenuto con pugno di ferro dal premier. E c’è chi ipotizza per Erdogan una fine come quella della dama di ferro Margaret Thatcher, tradita e rovesciata dai suoi luogotenenti.