Turchia, provare di essere gay per evitare il servizio militare

Pubblicato il 28 Marzo 2012 - 15:15 OLTRE 6 MESI FA

ANKARA – Il servizio militare in Turchia è obbligatorio. Tutti gli uomini devono farlo, per 12-15 mesi a seconda che si sia laureati o no, con tre sole eccezioni: se si è malati, disabili o omosessuali. Ma provare di essere gay è una procedura umiliante, spiega la Bbc online in un lungo articolo.

“Mi hanno chiesto quando ho avuto il mio primo rapporto anale, con quali giocattoli giocassi quanto ero piccolo”, ha raccontato alla Bbc Ahmet, ventenne che ha detto agli ufficiali dell’esercito di essere omosessuale. ”

“Mi hanno chiesto se mi piacesse il calcio, se qualche volta indossassi abiti da donna o se usassi profumi da donna. Mi hanno detto che, con la barba non perfettamente rasata e il mio aspetto, non sembravo affatto un gay”.

Poi gli ufficiali hanno domandato ad Ahmed di dare loro una foto di sé vestito da donna. “Io mi sono rifiutato. Ma ho fatto loro un’altra proposta, che hanno accettato”. Ha dato loro una foto in cui baciava un altro uomo.

Sperava in questo modo di essere ufficialmente ritenuto omosessuale, ricevere il “certificato rosa” e quindi esente dal servizio militare.

Questo in un Paese relativamente aperto all’omosessualità, con locali gay nella capitale Istanbul, e che l’anno scorso ha anche visto sfilare il primo Gay Pride del mondo musulmano.

E se da un lato non ci sono leggi specifiche contro l’omosessualità, i gay dichiarati non sono accettati nell’esercito. Allo stesso tempo, però, devono provare la propria omosessualità se vogliono evitare il servizio militare.

La Bbc racconta di altri giovani uomini a cui è stato chiesto di mostrare fotografie che li mostrassero fare sesso con altri uomini, specificando che “il loro volto” doveva essere visibile. Non solo. Secondo uno degli uomini sentiti dalla Bbc le foto dovevano ritrarre chi chiedeva l’esonero come partner passivo.

Un problema causato da queste richieste è che spesso insieme al curriculum il datore di lavoro chiede un documento che certifichi che si è prestato il servizio militare, o, in caso contrario, che certifichi perché non lo si è fatto. E un “certificato rosa” potrebbe essere un vero e proprio guaio.