Turchia/ “Senza sigarette e narghilè non sarà più la stessa”. Lo scrittore turco Bedri Baykam non è d’accordo sulla nuova normativa per i locali pubblici voluta dal premier Erdogan: “Il divieto di fumo è un segno di islamizzazione”

Pubblicato il 21 Luglio 2009 - 16:28 OLTRE 6 MESI FA

D’ora in avanti in Turchia non si potrà più fumare sigarette e narghilè nei locali pubblici, caffè, bar e ristoranti. Domencia 19 luglio è stata, infatti, approvata una legge che apporterà indubbiamente tremendi cambiamenti allo stile di vita dei turchi.

L’artista e romanziere Bedri Baykam, 52 anni, vive a Istanbul e non ci sta. Il suo romanzo «L’osso», censurato in Turchia, è uscito in Italia con il titolo «Sex». «L’ho scritto quasi del tutto ai tavolini dei caffè mentre fumavo – afferma l’artista – Non sono un fumatore accanito, ma quando mi immergo nel processo creativo, solo il tabacco sa aiutarmi a raggiungere quella profondità che cerco».

«Non ho bisogno di fumare per sentirmi vivo, ma i miei sensi creativi sì, esigono l’intervento del sigaro per immergersi nell’atmosfera ovattata del fumo, e catturare e assaporare così ricordi ed emozioni», prosegue Baykam.

Non è la stessa cosa però per milioni di cittadini turchi. Essi hanno disperatamente bisogno della sigaretta per riuscire a lavorare, camminare o mangiare. «Immagino pertanto che la nuova legge renderà la loro vita più difficile. Ma faranno di tutto per aggirare il divieto e sapranno convincere i padroni dei caffè a lasciarli fumare».

La Turchia, si sa, è un paese laico e democratico, eppure è governato da un governo islamista. Baykam attacca duramente il premier Erdogan perché «sta facendo di tutto per cambiare la vita della gente. Il divieto di fumo sarà seguito tra non molto da nuove restrizioni, varate dal governo per oscuri motivi politici, al fine di imporre alla gente i valori islamici di una vita devota e morigerata».