Cape Canaveral, l’ultima missione dello Shuttle Endeavour

Pubblicato il 17 Maggio 2011 - 11:52 OLTRE 6 MESI FA

CAPE CANAVERAL (FLORIDA) – Lo shuttle volerà ancora, probabilmente a metà  luglio sarà la volta dell’Atlantis, che chiuderà ufficialmente la storia della navetta americana. Ma la partenza dell’Endeavour di ieri aveva già il sapore di un addio. Un grande applauso, abbracci e commozione hanno salutato questo lancio, che si è fatto tanto desiderare: prima con il rinvio del 29 aprile a causa di un problema elettrico che avrebbe causato un serio problema nella fase di rientro; poi per la rottura di una delle piastrelle del rivestimento termico dello shuttle, prontamente riparata; infine le nubi, arrivate numerose ma fortunatamente senza conseguenze.

I sei uomini della missione Sts 134 sono in volo verso la Stazione Spaziale, dove arriveranno mercoledì. Al comando dell’Endeavour c’e’ Mark Kelly. Sua moglie, la deputata Gabrielle Giffords ferita in gennaio in una sparatoria, è venuta a salutarlo e poi è immediatamente tornata a Houston per proseguire la terapia di riabilitazione. Accanto a Kelly, al piano superiore dello shuttle, siede il pilota Gregory Johnson.

Dietro di loro, nel ruolo di supporto in fase di lancio e atterraggio, c’è Roberto Vittori, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e colonnello dell’Aeronautica Militare Italiana. Vicino a lui Michael Fincke, che ieri mattina ha affidato a Twitter un preghiera: ”Caro Dio, per favore benedici il nostro equipaggio..”.

Nel piano inferiore sono seduti Greg Chamitoff e Andrew Feustel. Che il lancio di oggi abbia un significato speciale lo testimonia anche la folla accorsa a seguirlo, con le automobili in coda fin dalle 3 del mattino lungo la strada che porta al Kennedy Space Center di Cape Canaveral. Moltissimi giornalisti, parabole e telecamere pronte nelle postazioni di lavoro nel grande prato dove si trova il timer che scandisce il conto alla rovescia. Qui l’alba e lo shuttle, insieme, hanno offerto uno spettacolo unico, insieme a Venere e a Giove, brillantissimi.

La missione Sts 134 chiude i 25 di carriera dell’Endeavour e lo fa in grande stile perché lo strumento da 7 tonnellate e 3 miliardi di dollari che sta viaggiando nella stiva della navetta, il cacciatore di antimateria Ams (Alpha Magnetic Spectrometer), rappresenta a tutti gli effetti un componente della Stazione Spaziale Internazionale. Lo è per le dimensioni, come per il suo significato: non è un caso che in molti lo considerino già un esperimento da Nobel. Venerdì sarà agganciato alla Stazione Spaziale e immediatamente comincerà a raccogliere dati in cerca di oggetti misteriosi come l’antimateria e la materia oscura. Per l’amministratore capo della Nasa, Charles Bolden, l’Ams è  ”l’eredità che lo shuttle lascia alla Stazione Spaziale”. Senza la navetta Usa non sarebbe stato possibile costruire la stazione orbitale né agganciare ad essa uno strumento tanto grande e straordinario.

Le imamgini della partenza dello Shuttle (foto AP/LaPresse)