Università, classifica top 100: Italia non c’è. Harvard in testa, bene Gran Bretagna

Pubblicato il 9 Ottobre 2009 - 13:19 OLTRE 6 MESI FA

Nella hit parade delle migliori università al mondo l’Italia non c’è. Nessun ateneo nostrano rientra fra i cento presi in considerazione dal Times Higher Education. Chi sperava almeno in un posticino in fondo alla lista è rimasto decisamente deluso. O quasi, dato che un richiamo c’è, ma verso la 200esima posizione.

Se la Gran Bretagna domina l’istruzione persino nella top ten, l’America scende di quasi dieci punti, l’Europa sale di qualche postazione e il Belpaese resta tristemente a bocca asciutta.

Gli inglesi di certo non possono lamentarsi, ben quattro atenei hanno scalato la vetta delle best of: Cambridge, seconda, la University College of London, al quarto posto prima dell’ Imperial College London e Oxford (quinte ex equo).

Il predominio degli States perde colpi, Harvard resta però arroccata al suo primo posto e domina, Yale passa dal secondo al terzo posto. Nel 2008 le università nordamericane in classifica erano 42, quest’anno invece sono solo 36.

Anche il vecchio continente se la cava, anzi guadagna tre atenei nella lista speciale: erano 36 l’anno scorso, nel 2009 sono 39.L’università nostrana però affonda, l’unica a “salvarsi”, ma per modo di dire dato che si è piazzata 174esima, è l’ateneo di Bologna che ha superato di gran lunga la Sapienza di Roma. Eppure quest’ultima si è sempre autocelebrata come la più grande d’Europa, solo in dimensioni purtroppo.

Mentre gli italiani crollano in materia di didattica, i francesi possono tirare un sospiro di sollievo: vantano la prima università specialistica di Ingegneria al mondo, l’ École Normale Supérieure di Parigi. Guardando verso oriente Tokyo spicca fra le 16 università asiatiche presenti nella top 100.

La Corea si piazza meglio dell’Italia, così in molti -fra orgogliosi e nostalgici dell’istruzione nostrana- si indignano. Per il ministro dell’istruzione è un segnale d’allarme, affiché si trovi una cura per l’università malata. Entro novembre da viale Trastevere arriverà in Consiglio dei Ministri la ricetta anticrisi per la scuola, all’insegna dei tagli: ai corsi, ai settori disciplinari, ai docenti. Solo chi merita verrà premiato. Si parla anche di 4 mila ricercatori presto assunti.

Le nuove regole ci faranno risalire dal baratro?