Università Usa nella bufera: 50 persone coinvolte nello scandalo tangenti per le ammissioni

di Caterina Galloni
Pubblicato il 15 Marzo 2019 - 06:52 OLTRE 6 MESI FA
Università Usa nella bufera: 50 persone coinvolte nello scandalo tangenti per le ammissioni (foto Ansa)

Università Usa nella bufera: 50 persone coinvolte nello scandalo tangenti per le ammissioni (foto Ansa)

ROMA – Gli Usa sono scossi dallo scandalo delle scuole di élite dove i figli dei ricchi entravano a suon di dollari.

La procura di Boston ha incriminato 50 persone, tra cui coach e counselor privati accusati di aver ricevuto milioni di dollari per aiutare gli studenti ad essere ammessi come atleti a prescindere dalle loro abilità accademiche o sportive. Nello scandalo sono state coinvolte anche due dive del cinema: Felicity Huffman, famosa per il ruolo di “Desperate Housewife”, e Lori Loughlin, protagonista di Summerland, entrambe arrestate il 12 marzo. Un clamoroso caso di ammissione che lascia perplessi è quello di Jared Kushner, genero di Donald Trump e assistente senior. Fu ammesso ad Harvard in seguito a una donazione di 2.5 milioni di dollari del padre, nonostante un curriculum scolastico liceale “di certo non eccellente”, ricorda il Guardian che sulla vicenda fa una serie di considerazioni che merita riportare.

Anche se lo scandalo, osserva il giornale della sinistra inglese, è stato ingigantito in modo ridicolo, la realtà è che quando si tratta di ammissioni alle scuole d’élite, il denaro può praticamente garantire l’accesso a chi può permetterselo. “La corruzione di coach da parte di persone facoltose è in realtà solo l’esempio più lampante di ciò che accade continuamente”, ha dichiarato Richard Khalenburg, membro della Century Foundation, thinktank progressista.

“La maggior parte degli americani benestanti non paga finti enti di beneficenza per immagini photoshoppate dei figli mentre praticano sport che non hanno mai fatto, né corrompono allenatori di atletica, al contrario di decine di persone scoperte nell’ambito dell’inchiesta “Varsity Blues” e accusate di aver elargito donazioni: è di routine ma scorretto”, ha detto Khalenburg, che da molti anni studia il tema delle disuguaglianze in termini di opportunità nel settore dell’istruzione. “Questo scandalo è peggiore poiché gli allenatori personali si riempivano le tasche ma in generale, quotidianamente va avanti questo tipo di corruzione tra ricchi e istituzione”, ha detto Khalenburg.

Daniel Golden ha illustrato il percorso di Kushner ad Harvard nel 2006, nel libro “The Price of Admission: How America’s Ruling Class Buys Its Way into Elite Colleges”: ha scoperto che nella commissione composta dai 400 più grandi donatori di Harvard, compresi alcuni che non avevano figli o troppo giovani per avere figli collegati all’università, metà avevano un figlio iscritto ad Harvard. Kushner, rampollo di un miliardario impero immobiliare, ha negato che l’ammissione all’università fosse dovuta alla donazione di 2.5 milioni di dollari.

Golden ha osservato che in alcuni casi il quid-pro-quo, la contropartita, non è avvenuto sempre prima che uno studente venisse ammesso in una scuola. Le università prestigiose privilegiano spesso gli studenti facoltosi partendo dal presupposto che, una volta entrati nella famiglia universitaria, saranno più disposti a dare, un fenomeno che definisce “sviluppo” dell’ammissione. Khalenburg sostiene che l’aspetto economico di queste decisioni, per ottenere donazioni, è piuttosto semplice. Le università dicono: “Abbiamo queste preziose possibilità e le sfrutteremo con i nostri ex allievi o cercando di arrivare a persone facoltose che non hanno precedenti contatti con l’università”. Un’altra pratica comune è l’ammissione per “eredità”, in base alla quale i candidati con legami familiari con un’università ricevono un trattamento preferenziale.

Uno studio del 2011 su 30 college e università estremamente selettive ha rilevato che lo status di “eredità” costituiva un aumento di oltre tre volte per l’ammissione. Khalenburg la definisce una forma di “corruzione legalizzata” e aggiunge che in particolare le università estendono tali considerazioni agli ex-allievi che fanno donazioni. In assenza di qualsiasi tentativo di ingraziarsi un’università con la promessa di incentivi finanziari, gli studenti facoltosi nella “gara” per l’ammissione già godono praticamente di ogni vantaggio, ad esempio l’influenza dell’atletica. Uno studio del 2002 ha rilevato che il vantaggio conferito dalla pratica di uno sport superava di molto quello fornito dallo status di “eredità” o se appartenenti a una minoranza, in quanto riguarda programmi di azione affermativa.

E’ probabilmente il motivo per cui William Singer, la figura centrale dietro la truffa delle ammissioni, ha profuso così tanto impegno sui profili sportivi falsi degli studenti. Nonostante le impressioni che si potrebbero trarre dalla piccola percentuale di atleti del college che vengono mostrati in TV, gli sport rappresentano la stragrande maggioranza extracurriculari dei ricchi. “Il tempo, l’impegno e il denaro necessari per diventare un atleta di alto livello richiedono molte risorse”, ha affermato Kirsten Hextrum, professore associato di educazione all’University of Oklahoma. Ciò è particolarmente vero per gli sport di squadra come canottaggio, il golf, la pallanuoto o la scherma che costituiscono un barriera finanziaria all’ingresso di un adolescente e sono eccessivamente diffuse nelle università prestigiose. E poi c’è il settore della preparazione per il college, dove “a un prezzo fino a 1,5 milioni di dollari, i genitori possono acquistare un pacchetto quinquennale di consulenze per l’ammissione all’università”, come riportato dal New York Times.

“Come considerare questa situazione in cui alcune persone possono permettersi di avere insegnanti privati per prepararsi a test standardizzati, tutor privati per ottenere voti migliori o possono permettersi di fare un test tre o quattro volte e pagare dai 5 ai 10.000 dollari per i corsi di preparazione?”, ha detto Richard Lempert, professore emerito di diritto e sociologia all’University of Michigan. “Non è corruzione, ma significa che chi ha più possibilità ottiene di più”. Lempert e Khalenburg hanno entrambi dedicato molto della loro carriera allo studio dell’azione affermativa ed entrambi hanno espresso la speranza che lo scandalo e la conseguente concentrazione sul procedimento delle ammissioni portino a delle riforme a livello di sistema. “Sarebbe onesto realizzare un sistema di ammissione che riconosca che alcuni studenti hanno enormi vantaggi”, afferma Khalenburg. “Pertanto, nel contesto di una situazione svantaggiata, dovremmo tenere in considerazione il curriculum scolastico, le esperienze extrascolastiche e la forza delle indicazioni dei loro insegnanti”.

Fonte: Guardian.