Usa 2016. Nyt, grana tasse per Trump, Fbi indaga su ex-manager campagna

Pubblicato il 1 Novembre 2016 - 14:33| Aggiornato il 4 Novembre 2016 OLTRE 6 MESI FA
Donald Trump

Donald Trump

USA, WASHINGTON – Donald Trump non ha denunciato al fisco americano milioni di dollari agli inizi degli anni 1990, usando tattiche ”dubbie” di elusione che hanno sollevato perplessità anche fra i suoi legali. Il New York Times lancia un nuovo affondo contro Trump, attaccando allo stesso tempo il direttore dell’Fbi, James Comey, per la nuova indagine sulle email di Hillary Clinton a pochi giorni dalle elezioni.

Comey è investito da critiche anche da parte della campagna di Clinton, che denuncia un ”doppio standard” fra il trattamento riservato a Hillary e quello per Trump. Secondo indiscrezioni, l’Fbi avrebbe anche avviato indagini preliminari sui rapporti d’affari all’estero dell’ex manager della campagna di Trump, Paul Manafort, accusato di contati filo-russi.

Manafort smentisce le indiscrezioni: è solo ”propaganda democratica”. Mentre i due candidati si lanciano accuse a distanza, l’Fbi ha iniziato a esaminare anche le email di Huma Abedin, il braccio destro di Hillary. Le email sono scaricate su uno speciale computer dotato di un programma che consente di rilevare le email precedentemente analizzate nella prima indagine sulle email di Hillary. Il software consente così di velocizzare le operazioni, anche se restano dubbi sul fatto che l’Fbi sarà in grado di presentare i risultati delle indagini prima del voto.

Comey ha commesso un ”grave errore”, che minaccia la fiducia degli americani nell’Fbi, afferma il board editoriale del New York Times, criticando il direttore dell’agenzia per essere più interessato a tutelare se stesso dalle critiche che all’impatto dell’indagine sulle email a pochi giorni dal voto. L’Fbi starebbe indagando su Manafort che, secondo le indiscrezioni circolate negli ultimi mesi, ha aiutato il partito filo-russo ucraino dell’ex presidente Yanukovych a finanziare segretamente con 2,2 milioni di dollari due società di lobbying con sede a Washington. La legge americana prevede che i lobbisti riferiscano al Dipartimento di Giustizia se rappresentano leader o Paesi stranieri.

Inoltre Trump, scrive il Nyt, agli inizi degli anni 1990 ha convinto i suoi sostenitori a finanziare e cancellare milioni di dollari di debito che non avrebbe potuto ripagare. Per l’agenzia delle entrate americana, ogni dollaro di debito cancellato equivale a un dollaro di reddito imponibile.