Usa, cinque ufficiali cinesi ricercati dall’Fbi per cyber-spionaggio industriale
Pubblicato il 19 Maggio 2014 - 20:49 OLTRE 6 MESI FA
WASHINGTON – Alta tensione tra Usa e Cina: cinque ufficiali dell’esercito cinese sono stati accusati dagli Usa di cyber-spionaggio industriale. E’ in assoluto il primo ricorso legale americano contro il governo cinese: gli hacker sono accusati di aver attaccato i sistemi di alcune industrie nel campo nucleare, metallurgico e dell’energia solare. Ma Pechino, indignata per le accuse, ha deciso di sospendere la cooperazione con Washington in materia di cyber-sicurezza.
Quelle degli Stati Uniti sono a tutti gli effetti accuse formali nei confronti di cinque ufficiali dell’esercito cinese. Ribadite senza mezzi termini dal ministro della Giustizia, Eric Holder, che ha affermato:
“In modo sistematico aziende americane hanno subito furti di informazioni da parte di cinque hacker cinesi dell’esercito cinese. È arrivata l’ora di reagire contro questi atti di cyber-spionaggio che hanno come unico scopo aiutare in modo illegale l’industria di Pechino”.
Parole dure che non sono state gradite a Pechino, che in un comunicato fa sapere:
“Data la mancanza di sincerità degli Usa nel risolvere attraverso il dialogo le questioni legate a questo ambito, la Cina ha deciso di sospendere le attività del Gruppo di lavoro cibernetico cino-americano”.
Le accuse, prosegue la nota del ministero degli Esteri cinese,
“Sono basate su falsità e violano gravemente le norme basilari che governano le relazioni internazionali. La decisione presa dalla giustizia americana, mette in pericolo la cooperazione e la fiducia reciproca tra Cina e Usa”. E chiedono agli Usa di “correggere il loro errore e ritirare le accuse”.
Dopo la replica di Pechino, la Casa Bianca ha cercato di smorzare i toni, dicendosi pronta a lavorare con la Cina per impedire che le violazioni continuino. Sei le compagnie americane colpite, tra cui Alcoa e Westinghouse.