Usa. Altra inchiesta su ”relazioni pericolose” banche Wall Street e Cina

Pubblicato il 8 Febbraio 2015 - 12:47 OLTRE 6 MESI FA
La banca JP Morgan&Chase

La banca JP Morgan&Chase

USA, NEW YORK – Nuovo capitolo nell’inchiesta delle autorita’ Usa sulle “relazioni pericolose” tra i vertici di alcune banche di Wall Street e la Cina. Un’inchiesta che riguarda soprattutto le molte assunzioni di rampolli delle famiglie-bene cinesi in cambio di favori. L’ultimo caso – secondo quanto scrive il Wall Street Journal – e’ quello del posto di lavoro dato da JpMorgan al figlio dell’attuale ministro del commercio di Pechino.

Un’assunzione che risale a qualche anno fa e che – afferma sempre il quotidiano – sarebbe stata caldeggiata soprattutto da un ex membro del Cda della banca, William Daley, ex segretario di Stato al commercio con Bill Clinton e per un anno capo dello staff della Casa Bianca con Barack Obama.

Ora gli inquirenti e le autorita’ di vigilanza (a partire dal procuratore di Brooklyn e dalla Sec, la Consob americana) stanno indagando sulla vicenda, per verificare l’esistenza di eventuali reati o pratiche illegali, come l’eventuale violazione delle norme anti-corruzione. Il gruppo di Jamie Dimon, tra l’altro, e’ gia’ sotto osservazione per altre vicende simili, alcune delle quali coinvolgono direttamente anche il numero uno del colosso bancario. Gao Jue, il figlio ‘raccomandato’ del ministro cinese, tra l’altro non brillerebbe nemmeno nel suo incarico a JpMorgan, che consiste nel fare le interviste di lavoro.

Da alcune e-mail interne al gruppo ottenute dal Wsj emerge infatti come il giovane, la cui assunzione non era stata rivelata alle autorita’, non sarebbe particolarmente stimato nell’ambiente di lavoro, descritto dai suoi superiori come “una persona immatura, irresponsabile e inaffidabile”. Uno che riusci’ anche a inviare una e-mail dai contenuti di carattere esplicitamente sessuali ad una manager del personale. Nonostante cio’ e’ stato risparmiato dalle ultime ondate di tagli che hanno pesantemente colpito i dipendenti del gruppo.

L’altro caso eclatante che mesi fa fece emergere la cosiddetta ‘chinese connection’ tra JpMorgan e diversi notabili di Pechino e’ quello dell’assunzione della trentaduenne Lily Chang, dietro la quale in realta’ si nasconde Wen Ruchun, 40 anni, figlia dell’ex primo ministro cinese Wen Jiabao, e a capo di una societa’ di consulenza. Consulenza per la quale JPMorgan, almeno dal 2006 al 2008, avrebbe versato 75 mila dollari al mese, per un totale di 1,8 milioni di dollari. Si tratta di 900 mila dollari l’anno contro – scrisse il Nyt – un massimo di 250 mila dollari percepito dalla gran parte dei manager del gruppo presenti a Hong Kong.

Ma tra gli altri consulenti stipendiati da JpMorgan ci sarebbero anche la figlia di un altissimo funzionario delle ferrovie cinesi (Chinese Railway Group) e il figlio dell’ex Authority bancaria di Pechino, oggi presidente di un’importante conglomerato finanziario controllato dallo Stato cinese.