Usa, preghiera o carcere? Ora in Alabama si può scegliere

Pubblicato il 24 Settembre 2011 - 20:20 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 24 SET – La preghiera è meglio del carcere? Certamente più rieducativa, o almeno così deve pensare un giudice dell’Alabama, profondo sud americano, che offre ai condannati per reati minori e non violenti la possibilità di scegliere se finire in gattabuia o se andare in chiesa tutte le domeniche per un anno di fila.

Il programma ideato dal giudice di Bay Minette, scrive il sito di Nbc, si chiama ‘Operation Restore Our Comunity‘ (Operazione ripristino della nostra comunità) e prevede che il condannato, se non vuole scontare la detenzione o pagare l’ammenda inflitta, scelga un luogo di culto e vi si rechi ogni domenica, sotto il controllo della polizia e dei sacerdoti.

Al programma hanno finora aderito 56 chiese di diverse confessioni, ma gli organizzatori ammettono che non si può ancora prevedere il numero dei condannati che aderiranno al programma.

Secondo il capo della polizia di Bay Minette, Mike Rowland, il programma potrebbe cambiare la vita di alcune persone la cui vita ha preso o rischia di prendere una “china sbagliata”, specie tra i più giovani e meno incalliti.

L’iniziativa ha ottenuto il plauso della comunità locale ma anche numerose critiche. L’American civil liberties union (Aclu), una organizzazione non governativa orientata a difendere i diritti civili e le libertà individuali, ad esempio, sostiene che l’iniziativa è anti-costituzionale.

Il direttore esecutivo dell’Aclu, Olivia Turner, originaria proprio dell’Alabama, ha affermato che quando i ladri sono costretti a scegliere tra il carcere o i servizi religiosi, non hanno una vera scelta.

In Alabama, uno stato della ‘black belt’ celebre per le miniere e le coltivazioni di cotone che conta circa cinque milioni di abitanti, è in vigore la pena di morte e le condanne vengono eseguite con un’iniezione letale o con la sedia elettrica. Dal 1976, sono state eseguite 44 condanne a morte e solo sei persone sono state liberate dal braccio della morte.