Spie negli Usa, il Kommersant: un agente russo aiutò Washington a scoprirle

Pubblicato il 11 Novembre 2010 - 21:35 OLTRE 6 MESI FA

Fu un agente segreto doppiogiochista russo ad aprire le porte allo smantellamento di una rete spionistica russa negli Stati Uniti, che, in una vicenda che ricordava la Guerra Fredda, finì con l’arresto di dieci spie ”dormienti” la scorsa estate, fra cui l’ormai celeberrima Anna Chapman la ”rossa” e con lo scambio a Vienna con alcune presunte spie per gli Usa detenute in Russia. Lo scrive la Bbc citando il quotidiano russo Kommersant.

Secondo il giornale, si tratta di un certo colonnello Shcherbakov del servizio segreto all’estero (Svr), che aveva avuto un ruolo di primo piano nell’organizzare la rete di talpe, prima di passare dall’altra parte, contribuendo a smantellare quella stesa rete.

Kommersant, che riporta fonti d’intelligence, scrive che Shcherbakov fuggì negli Usa tre giorni prima che vi compisse la sua visita ufficiale il presidente russo, Dmitri Medvedev. Qualche giorno dopo, una volta che il capo del Cremlino era tornato a Mosca, sono scattati gli arresti.

Il giornale scrive che i superiori di Shcherbakov avevano sottovalutato il fatto che sua figlia era vissuta per anni in America e che per timore di essere sottoposto alla macchina della verità, come prevede la procedura, l’ufficiale avesse rifiutato una promozione che gli era stata offerta.

Secondo non meglio precisate fonti del Cremlino, il colonnello Shcherbakov sarebbe ora inseguito da una squadra di sicari e potrebbe dover spendere il resto della sua vita a nascondersi per evitare la vendetta dei suoi ex colleghi.

L’articolo del Kommersant, secondo Ghennadi Gidkov, vicepresidente della commissione parlamentare sulla sicurezza ala Duma, è corretto.

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