Usa, non solo telefonate: Fbi “spia” anche Google, Facebook, Skype…

Pubblicato il 7 Giugno 2013 - 02:00 OLTRE 6 MESI FA

Usa, non solo telefonate: Fbi "spia" anche Google, Facebook, Skype...NEW YORK – Non solo milioni di telefonate spiate, ma anche l’accesso ai server di colossi come Microsoft, Google, Facebook, Skype e Apple, per estrarre foto, video e contatti controllando potenzialmente di fatto la vita di milioni di americani.

Lo scandalo dei controlli dell’Agenzia nazionale per la sicurezza (Nsa) Usa si allarga, mentre il New York Times attacca duramente il presidente americano Barack Obama: ”L’amministrazione ha perso credibilità”, afferma il quotidiano.

E il comitato editoriale, uno dei più influenti degli Stati Uniti e che tradizionalmente appoggia le politiche dell’amministrazione, si spinge anche oltre: le telefonate spiate sono un ”abuso di potere che richiede vere spiegazioni”, anche se il governo ha risposto ”con le stesse banalità che ha usato ogni volta che il presidente Obama è stato sorpreso a eccedere nell’uso dei suoi poteri”.

Oltre ai tabulati delle telefonate, l’Nsa e l’Fbi, riporta il Washington Post, hanno accesso diretto ai server di nove giganti internet tramite un programma segreto, dal nome in codice Prism, che somiglia molto ”a quello controverso voluto dal presidente George W. Bush dopo gli attacchi dell’11 settembre”.

Un programma creato nel 2007, e al quale Microsoft è stata la prima a diventare partner nel maggio di quell’anno. Le aziende per aprire i loro server alle autorità e acquistare l’immunità da azioni legali devono ottenere una direttiva dal procuratore generale e dal direttore nazionale dell’intelligence. In pratica, scrive il Washington Post, hanno spazio di manovra, come dimostra il fatto che Apple abbia resistito per anni prima di entrarvi a fare parte. Google precisa di comunicare ”i dati al governo nel rispetto della legge. Alcuni sostengono che abbiamo creato una porta per il governo nel nostro sistema, ma Google non ha alcuna porta per il governo per accedere ai dati degli utenti”.