Usa, treno deraglia a Philadelphia: 7 morti, anche italiano Giuseppe Piras FOTO

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Maggio 2015 - 23:54| Aggiornato il 14 Maggio 2015 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK – Sette morti, tra cui un italiano, e oltre 200 feriti: questo il pesante bilancio della sciagura ferroviaria avvenuta martedì notte alle porte di Philadelphia, quando un treno della Amtrak partito da Washington e diretto a New York è deragliato rovinosamente: andava ad oltre il doppio della velocità consentita. Tra le vittime c’è anche un italiano: si chiamava Giuseppe Piras ed si trovava negli Usa per lavoro.

Uno dei vagoni, in particolare, è ridotto ad un ammasso di lamiere contorte, come un barattolo schiacciato, ma anche altri cinque o sei vagoni sono gravemente danneggiati, e rovesciati su un fianco. I soccorsi precipitatisi sul posto hanno trovato quattro corpi all’interno del treno, due all’esterno, tra i rottami, mentre un persona è morta dopo il ricovero in ospedale.

Il console generale di Philadelfia, Andrea Canepari, dopo aver parlato il sindaco di Philadelphia, Michael Nutter, si è subito messo in contatto con la famiglia di Piras in Italia, che fino all’ultimo ha sperato che il proprio familiare non fosse su quel treno. Dopo una serie di controlli con la polizia locale e con gli ospedali di Philadelphia in cui sono stati ricoverati gli oltre 200 feriti è purtroppo giunta la conferma: Piras era sul treno ed è tra vittime dell’incidente. Mancano ancora particolari sulla città di provenienza dell’uomo.

Stando ai primi riscontri il treno sarebbe uscito dai binari mentre affrontava una curva. Prima di imboccare la curva fatale andava a 106 miglia orarie (oltre 170 chilometri orari). A quel punto è stato inserito il sistema frenante di emergenza che avrebbe dovuto ridurre la velocità a 50 miglia (poco più di 80 chilometri orari). Ma tutte le sette carrozze del convoglio, più la motrice, sono state sbalzate fuori dai binari a una velocità di 102 miglia (164 chilometri). Questa la ricostruzione delle autorità Usa al termine delle indagini preliminari.

All’interno delle carrozze si è scatenato l’inferno. Nell’urto decine di persone sono state scaraventate una sull’altra, e centinaia di oggetti vari, come telefoni o computer o valige, sono stati catapultati ovunque, come hanno raccontato alcuni dei sopravvissuti, molti dei quali sono emersi dai rottami coperti di sangue e sotto shock, ma comunque sulle loro gambe.

“Abbiamo medicato in ospedale oltre 200 persone”, ha detto Samantha Phillips, direttrice dei servizi d’emergenza cittadini. Tra i feriti c’è anche il conduttore del treno, che ha già riferito la sua versione alla polizia, mentre il sindaco Nutter, ha detto che la Amtrak ha già recuperato la cosiddetta scatola nera dalla locomotiva.

Secondo l’ente Usa per la sicurezza dei trasporti (National Transportation Safety Board), a causare l’incidente è stata senza dubbio la velocità eccessiva: in quel tratto il treno andava a circa 160 chilometri orari, invece degli 80 consentiti. Ma al di là della velocità, c’è chi punta il dito anche contro le infrastrutture obsolete, e contro le responsabilità della politica che non fa nulla per migliorarle. Sulla linea della costa Est negli ultimi quattro anni ci sono già stati venti deragliamenti, sottolinea il Washington Post.

La Casa Bianca a sua volta accusa i repubblicani di aver bloccato i fondi per ristrutturare la rete dell’Amtrak. Il presidente Barack Obama aveva proposto di incrementare le risorse di un miliardo di dollari, portandole a 2,45 mld, mentre il bilancio presentato dalla destra, ha sottolineato il portavoce Earnest, prevede un taglio di 252 milioni di dollari. Ma Obama oggi non vuole polemizzare. Questa “è una tragedia che tocca tutti noi”, ha affermato, ringraziando al tempo stesso i pompieri, la polizia e il personale medico che hanno lavorato per salvare vite. E in poche ore l’Fbi ha annunciato che in base alle prime indagini “non ci sono prove che si sia trattato di un atto criminoso”. E’ stato un tragico incidente.

(Foto Ansa)