Usa. Ossessionato da idea di uccidere il presidente Obama, condanna a morte

Pubblicato il 18 Maggio 2014 - 19:15 OLTRE 6 MESI FA
James McVay

James McVay

USA, WASHINGTON -Voleva uccidere Barack Obama: aggredendolo per strada o forse mentre il presidente americano giocava a golf. Era la sua ossessione e un giorno, nel 2011, decise che era arrivato il momento per mettere in atto il suo piano.

Rubo’ un’auto per recarsi a Washington e uccise la sua proprietaria. Ma fu subito acciuffato dalla polizia. Ora James McVay, 44 anni, di razza bianca e con problemi mentali, e’ stato condannato a morte da un tribunale del South Dakota. Una sentenza votata all’unanimita’ dalla giuria. Quell’unanimita’ che se fosse mancata avrebbe evitato la pena capitale, trasformando la condanna in ergastolo.

L’ossessione di McVay, quella di uccidere il presidente Obama, era maturata negli anni, e divenuta insostenibile dopo essere stato in isolamento in carcere dove era stato piu’ volte. Anche nel 2009, quando dopo l’arresto per un furto di auto confesso’ che il suo obiettivo era quello di arrivare nella capitale federale per compiere un attentato al vicepresidente Joe Biden. Evaso nel 2011 da una prigione del South Dakota, fece irruzione nell’abitazione di Maybelle Schein, un’infermiera di 75 anni. Dopo averla sgozzata con un coltello, le rubo’ l’auto e si mise in viaggio per Washington.

Li’ – ha raccontato – avrebbe tentato di uccidere il presidente degli Stati Uniti, cogliendolo di sorpresa in una delle sue uscite pubbliche o private. La fuga di McVay, pero’, duro’ poco, perche’ la polizia lo acciuffo’ dopo un inseguimento in Wisconsin, rintracciato grazie ad un dispositivo di antifurto inserito nell’automobile. Quando uno degli agenti gli chiese il nome, McVay confesso’ subito l’omicidio appena compiuto e i suoi piani, che fecero non poco scalpore. La Cnn, in particolare, riporto’ che McVay aveva passato i due anni precedenti a sviluppare il suo progetto e che l’opportunita’ si era fatta sempre piu’ concreta quando fu trsaferito dal carcere alla casa di riabilitazione da dove riusci’ a scappare rubando degli abiti e un coltello da campeggio in un supermercato.

La condanna a morte di McCay avviene nel momento in cui negli Stati Uniti e’ piu’ che mai animato il dibattito sul modo in cui vengono giustiziati i detenuti nel braccio della morte. E sull’opportunita’ del boia anche per chi ha problemi mentali, come lo stesso McVay. Il presidente Obama, dopo la recente esecuzione choc in Oklahoma, ha ordinato di rivedere stato per stato tutti i protocolli che regolano le esecuzioni.