Wikileaks: anche Amnesty chiede di cancellare i nomi

Pubblicato il 10 Agosto 2010 - 22:09 OLTRE 6 MESI FA

Non solo il Pentagono, ma anche associazioni e organizzazioni umanitarie non governative come Amnesty International chiedono al sito Wikileaks di “cancellare” i nomi delle persone contenuti nei documenti classificati riguardanti la guerra in Afghanistan pubblicati tre settimane fa via internet.

E’ quanto un gruppo di ong, tra cui appunto Amnesty International, ha pubblicamente chiesto al fondatore di Wikileaks, Julian Assange. Motivando questa richiesta con le stesse ragioni a suo tempo avanzate dal Pentagono: la pubblicazione di quei documenti, molti dei quali contengono nomi di informatori afghani, mettono a rischio la vita di molte persone.

Il gruppo di ONG comprende, oltre ad Amnesty, la Civic (campaign for Innocent Victims in Conflicts), l’ufficio di Kabul dell’International Crisi Group (ICG), la Independent Human Right Commission, l’ Open Society Insititute (OSI). Queste organizzazioni hanno inviato una lettera a Wikileaks, chiedendo appunto che siano cancellati i nomi delle persone contenute nei 76 mila documenti già pubblicati, o negli altri 15mila che Assange si accingerebbe a pubblicare.

”Abbiamo avuto modo di osservare le conseguenze negative, a volte letali (di questa scelta)” hanno scritto le ong a Wikileaks, sottolineando che gli afghani di cui è stato rivelato il nome sono stati identificati dai talebani come collaborazionisti o comunque simpatizzanti delle forze internazionali. Assange ha replicato chiedendo alle organizzazioni, in particolare ad Amnesty, di aiutarlo nell’opera di cancellazione, perchè il lavoro da svolgere su 76 mila documenti è quantitativamente impensabile.

Amnesty ha replicato sottolineando di non avere tempo. Nel frattempo secondo alcuni siti americani il pentagono continua a fare pressione presso altri Paesi, tra cui Gran Bretagna, Germania e Australia, affinchè prendano in considerazione l’ipotesi di aprire inchieste formali nei confronti di Assange per aver provocato la fuga di notizie.