Trayvon Martin: Zimmerman assolto, il verdetto suscita rabbia e divide l’America

Pubblicato il 14 Luglio 2013 - 09:25| Aggiornato il 15 Luglio 2013 OLTRE 6 MESI FA
Proteste dopo l'assoluzione di Zimmerman

Proteste dopo l’assoluzione di Zimmerman

SANFORD, STATI UNITI – ”Lei non ha piu’ nulla a che fare con questa corte ed e’ libero, puo’ andare”. Con queste parole il giudice Debra Nelson ha posto fine ad uno dei processi piu’ appassionanti degli ultimi decenni di storia americana, seguito per settimane da milioni di persone in diretta Tv. Il processo a George Zimmerman, la guardia volontaria che il 26 febbraio 2012 a Sanford, Florida, durante un litigio uccise con un colpo di pistola il diciassettenne afroamericano, Trayvon Martin. Trayvon era disarmato e Zimmerman – 29 anni, di origini ispaniche – ha sempre sostenuto di aver sparato per legittima difesa dopo essere stato aggredito, negando ogni movente di tipo razziale.

I giurati (sei donne) dopo 16 ore di camera di consiglio gli hanno dato ragione, dichiarandolo non colpevole. Assolto dunque da tutte le accuse: quella di omicidio preterintenzionale, per cui rischiava l’ergastolo, e quella di omicidio colposo, per cui rischiava da 10 a 30 anni di carcere. Zimmerman ha accolto la decisione impassibile, anche se la tensione era visibilissima nei suoi occhi. Come in quelli dei suoi genitori e della moglie. Il padre e la madre di Trayvon, che hanno seguito quasi tutte le udienze del processo in aula, non erano invece presenti al momento della lettura del verdetto.

Fuori la folla riunita per chiedere giustizia per il teenager afroamericano ha urlato la sua rabbia, gridando all’ingiustizia. E’ un caso che ha diviso fin dall’inizio quello di Trayvon Martin, e che continuera’ a dividere l’America. In tantissimi hanno agitato lo spettro del movente razziale dietro la sua uccisione, inscenando proteste per settimane. In migliaia i giovani che si sono recati a Sanford, per manifestare la loro solidarieta’ alla famiglia di Trayvon, tutti indossando una felpa col cappuccio calzato sulla testa, proprio come Trayvon la notte in cui fu ucciso.

L’uccisione di Trayvon ha suscitato un’ondata di indignazione popolare accentuata dal fatto che all’inizio la polizia locale decise di non arrestare Zimmerman. Lo stesso Barack Obama, primo presidente afroamericano della storia, senti’ il dovere di intervenire, chiedendo di appurare la verita’ sulla triste vicenda: ”Se avessi un figlio sarebbe come Trayvon”, disse commosso. Ora Zimmerman e’ di nuovo un uomo libero. Ma la decisione di assolverlo e’ destinata ad avere strascichi per parecchio tempo. Perche’ tanti sono i dubbi che rimangono sul perche’ un ragazzo di colore che usciva da un negozio con in mano solo una bibita e un pacchetto di caramelle, diretto verso la casa di suo padre, fu inseguito e ucciso con un colpo di pistola.

[jwplayer player=”1″ mediaid=”1620305″]