“Vanessa Marzullo e Greta Ramelli in Siria per fare del bene”: appello del papà

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Agosto 2014 - 22:46 OLTRE 6 MESI FA
"Vanessa Marzullo e Greta Ramelli in Siria per fare del bene": appello del papà

Greta Ramelli (a sinistra) e Vanessa Marzullo (a destra)

ROMA – Vanessa Marzullo e Greta Ramelli sono andate in Siria per fare del bene, “non fate loro del male”: Salvatore, padre di Vanessa, si rivolge direttamente ai rapitori delle due giovani volontarie, scomparse dalla zona di Aleppo da ormai quasi due settimane, e lancia loro un appello.

“Chi ha fatto Vanessa e Greta prigioniere dovrebbe ricordare cos’erano lì a fare. Volevano il bene e sarebbe un dramma se qualcuno le ripagasse con il male”,

dice attraverso le pagine del settimanale Oggi in edicola mercoledì 13 agosto. Nell’angoscia e nella paura, Marzullo coglie l’occasione per togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa, ferito dalle critiche, a volte spietate, circolate sul web e sui media da quando è stata resa nota la notizia del rapimento:

Vanessa e Greta non sono due ragazzine superficiali. Mi ha fatto male in questi giorni leggere e ascoltare commenti di persone che le descrivono così. Vanessa è proprio il contrario. È una ragazza profonda che si immedesima nella sofferenza degli altri e non riesce a stare con le mani in mano”.

E per l’ennesima volta, il padre, titolare di un ristorante a Verdello, ribadisce che non avrebbe voluto che la figlia ventenne partisse per una zona di guerra così pericolosa, pur comprendendone le motivazioni e la determinazione, tanto da averle proposto di creare una fondazione di aiuto ai profughi siriani vicino a casa, a Brembate.

“Vanessa è maggiorenne, una ragazza d’oro, brava e responsabile. Con lei ho cercato di ragionare, di convincerla in tutti i modi a non fare quello che aveva in mente. Ma quando ti rendi conto che tutti i tuoi discorsi, i tuoi ragionamenti e alla fine anche tutte le tue preghiere non vengono ascoltate, cosa puoi fare? Non potevo impedirle di fare quello che voleva. Ho sbagliato? Dovevo legarla?”,

chiede Marzullo, probabilmente più a se stesso che ai lettori. Nella sua casa nella provincia di Bergamo, così come in quella di Greta a Gavirate (Varese), prevale il senso di impotenza e le ore sembrano infinite. In attesa di notizie dalla Farnesina, che, ha dichiarato nei giorni scorsi il viceministro Lapo Pistelli, “è sulle tracce dei rapitori”.